È Paolo Di Stanislao, 51 anni, il personaggio che sta dietro
l'ex calciatore Uber Manfredini e che vuol acquistare l'80% delle quote
dell'As Lucchese rilevandole dal gruppoValore di Prato. Nell'aprile
scorso Di Stanislao è stato rinviato a giudizio assieme ad altre sette
persone dal gip di Lanciano con l'accusa di bancarotta documentale e
fraudolenta e distrazione di fondi per circa 670mila euro dell'ex
societa SS Lanciano Calcio, dichiarata fallita il 4 aprile 2008. Un crac
che per i giudici ammonterebbe a 1,8 milioni. Di Stanislao sostiene di
non agire da solo, ma per conto di un gruppo di imprenditori edili
dell'Alto Lazio. E sembra pure che siano pronti i soldi necessari a
pagare stipendi e contributi (poco meno di 300mila euro) a calciatori e
staff tecnico e a garantire, attraverso una fideiussione bancaria, la
gestione sportiva nella stagione 2011-2012. Self made man. Originario
di Colonnella (Teramo), ma trapiantato a Roma, Di Stanislao è attivo
nel campo della pubblicità. Per diversi anni ha lavorato come
concessionario marketing e merchandinsing della Lazio. Chi lo conosce
bene è una colonna della Lazio: il responsabile del settore giovanile
Wolfango Patarca, per 20 anni scuot dei biancazzurri e scopritore di
calciatori del calibro di Di Biagio, Di Vaio, Di Canio e Nesta che lo
considera come un suo secondo padre. Patarca ha seguito Di Stanislao
nella sua avventura a Lanciano ricoprendo il ruolo di responsabile
dell'area tecnica. Di Stanislaio si definisce broker o procacciatore
d'affari e proprio nell'ambito del suo lavoro sarebbe entrato in
contatto con gli imprenditori edili interessati all'operazione Porta
Elisa. La passione del calcio Di Stanislao - dopo l'esperienza
come concessionario pubblicitario per la Lazio - fa una breve esperienza
nella Viterbese per poi apparire sulle scene calcistiche nella stagione
2006-2007. Nell' estate 2006 vuol acquistare il Chieti appena
retrocesso nell'ex C2. Incontra il presidente Buccilli e alcuni
imprenditori locali, promette di effettuare il versamento necessario per
l'iscrizione, ma l'ultimo giorno utile si tira indietro e il Chieti
fallisce e piomba in Eccellenza. A quel punto sposta la sua attenzione
su Lanciano. Il presidente Riccardo Angelucci che aveva portato i
frentani dalla D alla C1 - pure lui rinviato a giudizio nel crac del
Lanciano con l'accusa di aver distratto fondi per 210mila euro, proventi
della vendita alla Lucchese del calciatore Francesco Di Gennaro nel
corso della gestione Hadj - cede le quote societarie per 700mila euro a
Di Stanislao e alla moglie. Stando all'accusa, però Di Stanislao non
garantisce la necessaria copertura fideiussoria e, dopo la scoperta
dell'irregolarità da parte della Co.Vi.Soc (nel secondo anno di
gestione, 2007-2008), il Lanciano viene penalizzato di 10 punti,
retrocede sul campo nei playout e viene poi ripescato nell'ex C1 in
seguito al fallimento pilotato datato 4 aprile 2008, che porta
all'indomani della declaratoria fallimentare (a fine maggio)
all'acquisto dalla curatela del titolo sportivo, attraverso un'asta
fallimentare, da parte dell'imprenditore del settore rifiuti Franco Maio
che costituisce una società ex novo: la Virtus Lanciano.
Contestualmente muore il vecchio SS Lanciano con i suoi debiti
contratti, per l'accusa, da Di Stanislao, dai legali rappresentanti e
dagli intermediari. Stando alla Guardia di Finanza, 316mila euro
distratti dalle casse sociali per acquisto di mobili e macchine
agricole, 139mila per incassi di false fatture su conti correnti di
ignari titolari e 77mila euro proventi in parte degli incassi della
Coppa Italia Tim 2006 e della vendita di abbonamenti. Per un po' Di
Stanislao sparisce. Ma la passione per il calcio è talmente forte che
eccolo di nuovo in pista per cercare di fare calcio altrove: s'interessa
a Sambenedettese, Casertana, Messina, Arezzo. Senza però riuscire nel
suo intento. L'ultimo approccio, due-tre mesi fa, con il Giulianova in
grave crisi societaria. Ma il presidente dopo un colloquio declina
l'offerta e lo saluta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
15 maggio 2011
Nessun commento:
Posta un commento