E' partita la settimana scosa la consegna dei soldi a titolo di risarcimento a chi è malato ed agli eredi di chi è morto per causa della polvere killer. Sessantotto in tutto coloro che, lavorando all'Eternit, hanno accumultato una percentuale di polvere nei polmoni (alcuni devono tenere l'ossigeno giorno e notte) e si sono recati alla Camera del lavoro per il ritiro dell'assegno: una sorta di pellegrinaggio dei vivi, come scrive la stampa. In tutto 5 milioni e mezzo di euro da dividere tra circa 1.300 persone: i 68 malati di patologie causate dall'amianto e gli eredi di 460 persone decedute. Gli assegni, per la cui distribuzione il lavoro è immane, sono di importi tra i 1.000 ed i 17.000 € circa.
La somma è l'ultima tranche proveniente dal fallimento Etenit, il cui fascicolo è stato aperto presso il tribunale di Genova nel lontano 1986 (nel 1993 vi era già stato un risarcimento di 7 miliardi di lire, distribuiti tra 1.711 persone).
Dopo la consegna dell'assegno agli aventi diritto (opportunamente convocati), verrà illustrata l'opportunità di costituirsi parte civile o di accettare l'offerta di Schmideiny, spiega Nicola Pondrano (che sollecita il maggior afflusso possibile all'udienza del prossimo 6 aprile), segretario della Camera del Lavoro: chi accetta di non costituirsi parte civile ha diritto ad un risarcimento conteggiato sulla base di diversi criteri ma solo con riferimento al periodo di lavoro ricompreso tra il 1973 ed il 1986, ovvero alle dipendenze di Schmideiny, e non anche nel periodo tra il 1960 ed il 1972, quando padrone era il conte 88enne belga De Cartier che non offre un centesimo.
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