Un cinghiale femmina del peso di oltre cinquanta chilogrammi, ferito da una fucilata alla coscia posteriore sinistra e finito in mare durante la sua fuga dalla collina, è stato tratto in salvo, nel tardo pomeriggio, da un pescatore che lo ha avvistato alla diga foranea di Bordighera.
L’animale, visibilmente agonizzante, è stato poi soppresso da un agente della Polizia Provinciale che gli ha esploso contro 4 colpi di pistola. Il particolare ha sollevato le proteste di alcuni presenti, che avrebbero preferito una fine un po’ meno truculenta, eventualmente tramite un’iniezione.
«Eravamo al mare - racconta Pino Surace, il pescatore che ha tratto in salvo l’animale - quando ho visto un cinghiale che dall’acqua stava salendo sulla scogliera. Era ferito ed ho cercato di prenderlo, ma lui è tornato in acqua. Così siamo usciti con la barca, riuscendo a issarlo e portarlo a riva. Eravamo preoccupati, perché questa è una zona frequentate da mamme e bambine e si sa, che quando i cinghiali sono feriti possono attaccare. Ha anche tentato di mordermi». Il cinghiale potrebbe essere stato ferito nelle colline dell’ immediato entroterra di Bordighera ed essere scappato a valle, finendo in mare. Intorno alle 11, un dipendente della Croce Rossa di Bordighera aveva salvato due cani utilizzati per la caccia al cinghiale che si trovavano sull’Aurelia, poco dopo la galleria del Grand Hotel del Mare, vicino a località Madonna della Ruota, nelle vicinanze del porto.
È possibile che i due cani avessero seguito la loro preda fino a valle, perdendola nell’ultimo tratto. Uno dei due cani, infatti, era stremato dalle forze e rischiava di essere investito da un’auto o di provocare un incidente.
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