
I dintorni dello stadio Olimpico della capitale erano stati teatro di scontri tra forze dell'ordine e gruppi ultras già ore prima del fischio di inizio del derby romano, con "cariche" e "caroselli" da parte della celere nei confronti degli ultras o di chi si avvicinava semplicemente allo stadio per assistere alla partita.
Già però poco prima delle 20,30 cominciavano in Curva Sud a girare voci incontrollate sulla presunta morte di un bambino per mano della polizia. Secondo alcuni è stato investito da una camionetta, secondo altri colpito da lacrimogeni, altri ancora sostenevano per le eccessive cariche ingiustificate che continuavano a protrarsi anche nei boccaporti d'accesso allo stadio. Voce che col passare del tempo continuavano a prendere sempre più corpo per il clima di guerriglia, al punto che sarebbe giunta una telefonata da parte dei genitori; prima in sud, poi in nord poi ancora tra i distinti erano stati levati tutti gli striscioni per solidarietà, numerosi i cori contro le forze dell'ordine da parte di tutto lo stadio, mentre i giocatori, attoniti, si guardavano attorno senza capie cosa stesse accadendo. La stessa tv pensava prevalentemente alla partita senza dar peso ai movimenti incosuenti in curva.
Dopo che gli ultras giallorossi avevano insistito con i giocatori, la partita era stata sospesa per evitare peggioramenti del già pesante clima di tensione che si respirava ed a nulla erano valse le smentite pubbliche da parte di questore e prefetto.
Era tutto organizzato? Gli ultras hanno voluto effettuare una dimostrazione di forza? Su questa tematica in particolare, e sul movimento ultras in generale, è incentrata l'opera di Valerio Marchi - Il derby del bambino morto - sociologo e studioso delle culture giovanili, il quale ha trovato punti in comune tra gli incidenti del G8 del 2001 a Genova e le tecniche di repressione utilizzate negli stadi ogni domenica o quasi.
Nato nella capitale nel 1955, Valerio Marchi si è spento nel luglio 2006. Si è sempre occupato dello studio delle varie forme del conflitto giovanile, scrivendo saggi sulle stesse e sul tifo organizzato. Tra le sue opere, iniziate nel 1994, è possibile trovare "Ultrà, le culture giovanili negli stadi d'Europa", "Venti anni di indagini, processi e informazione sulla strage di Brescia", "Teppa. Storie di conflitto giovanile dal Rinascimento ai giorni nostri", "La sindrome di Andy Capp. Cultura di strada e conflitto giovanile". Aveva anche aperto una libreria a San Lorenzo a Roma.
Valerio Marchi, “Il derby del bambino morto. Violenza e ordine pubblico nel calcio”, finito di stampare nel mese di maggio 2005 presso la tipografia Graffiti S.r.l., Pavona – Roma per conto delle Edizioni Derive Approdi, 192 pgg. 12,00 €.
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