mercoledì 26 gennaio 2011

Il pallone d'oro

C'era una volta Il pallone d'oro, enciclopedia del calcio mondiale che veniva pubblicata con cadenza periodica settimanale dalla casa editrice milanese Perna. In piccoli volumetti rilegabili tra loro vengono presentate squadre di calcio e nel numero 51 del febbraio 1969 è il turno del Casale, che condivide il volumetto con i vicini mandrogni.

In apertura splende lo stemma casalese, associato ad una foto raffigurante una formazione schierata in campo in una partita della stagione 1968-69, con da sinistra Moroni, Maino, Vento, Goberti, Burlone, Orioli in piedi e Balzano, Giuccioli, Tapella, Gilardino e Tinazzi seduti. All'epoca la guida tecnica era affidata a Franco Giraudo affiancato da Giuseppe Rossi in seconda.
Non mancano le origini della squadra casalese, fondata dal professore Raffaele Jaffe nel 1909 presso l'istituto Leardi. Conosciamo tutti la data ufficiale, e a quanto pare si può anticipare al gennaio dello stesso anno seppur in via solamente ufficiosa.

A sinistra Raffaele Jaffe; a destra la formazione che vinse la Coppa Natal Palli 1920-21.

Agli inizi del secolo scorso la Pro Vercelli spadroneggiava nel calcio italiano e questo ovviamente non andava giù ai casalesi, con cui c'era un'accesa rivalità. Pare che Jaffe un giorno fosse arrivato a scuola inviperito per i conitui successi dei bianchi e, una volta radunati gli allievi geometri e ragionieri avesse detto loro le seguenti parole: "non si può andare avanti così! Nel 1215 i vercellesi, che per ottenere qualche risultato avevano dovuto allearsi con Alessandria e Milano, rasero al suolo Casale che cominciava a dar loro fastidio. Fu una grossa tragedia, ma i casalesi, da soli, nel 1403 gli risposero per le rime riprendendosi tutte le prede di guerra di due secoli prima. Da allora i vercellesi non hanno perso occasione per farci dispetto. Ora, dopo aver vinto un campionato d'Italia di foot-ball, sono sulla strada per vincerne un altro: non si può andare avanti così - disse scandendo le sillabe e alterando il timbro di voce - Bisogna fare qualcosa! Se non li fermiamo noi non li ferma nessuno...".
Così fu fondata la squadra del Casale, poi diventata Sparta nel periodo della guerra: maglia nera in contrapposizione a quella bianca dei rivali ed una stella sul petto a brillare, così i giocatori potevano essere guidati dalla loro stella sul cuore.

Non tanto tempo dopo arrivò il pronto e tanto atteso riscatto con la vittoria dello scudetto sulla Lazio, i cui giocatori pensavano di aver vita dura ma di contro non credevano di subire una sconfitta sonora come quella dell'andata.
Poi sono giunti anche giocatori del calibro di Umberto Caligaris ed Enrico Migliavacca, che tutti conosciamo. In particolare il secondo è tuttora l'unico giocatore non attivo sul piano atletico ad essere stato convocato in nazionale: natìo di Morano sul Po, persona timida ed introversa, aveva cominciato a giocare a calcio già da 10 anni ed i suoi esordi furono prima nello Sparta, poi nel ricostituito Casale. Dopo una breve permanenza a Novara, sentì la nostalgia dei colori nerostellati, volendo tornare a Casale: questa sua volontà dovette starsene per due anni inattivo. Ma intanto nel frattempo arrivarono comunque per lui le porte della nazionale.

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