Il movimento Ultras è da sempre stato oggetto di cronache giornalistiche e di critiche da parte dell'intera società; ma anche, qualche anno fa, di studi in ambito psicologico relativamente ai comportamenti, alle relazioni sociali dei diretti interessati ed ai motivi che spingono determinati gruppi a agire in un modo piuttosto che in un altro.
A fini statistici per il presente studio vengono sottoposti, su diverse tematiche, quesiti sia ad ultras che a tifosi cosiddetti 'moderati': dal complesso delle risposte emerge che gli uni e gli altri hanno modi di vedere completamente, o quasi, opposti sugli argomenti trattati, quali 'cause del tifo violento', 'comportamenti aggressivi', 'violenza negli stadi rapportata con quella presente nella società' e via dicendo, proprio per il differente modo di vedere e di vivere la partita della propria squadra. Le aspirazioni individuali alla mascolinità sono difatti vengono espresse e realizzate attraverso lo sport, e forse per questo motivo si ha una forte partecipazione maschile in ambito sportivo, dove la ricerca di identificazione, dell'incontro e dell'approvazione da parte di altri fanno parte della psicologia collettiva: elementi, questi, presenti nell'ambito degli stadi, ovvero luoghi dove sono o possono essere tangibili la solidarietà di gruppo, i piacere di stare insieme, di incitare la propria squadra, di muoversi contro qualcuno, di dare prova di sè ed esibire vistosamente la propria superiorità sull'avversario. E a proposito di identificazione e di superiorità sugli altri molto importanti sono codici e simboli che vengono usati all'interno dei gruppi.
A fini statistici per il presente studio vengono sottoposti, su diverse tematiche, quesiti sia ad ultras che a tifosi cosiddetti 'moderati': dal complesso delle risposte emerge che gli uni e gli altri hanno modi di vedere completamente, o quasi, opposti sugli argomenti trattati, quali 'cause del tifo violento', 'comportamenti aggressivi', 'violenza negli stadi rapportata con quella presente nella società' e via dicendo, proprio per il differente modo di vedere e di vivere la partita della propria squadra. Le aspirazioni individuali alla mascolinità sono difatti vengono espresse e realizzate attraverso lo sport, e forse per questo motivo si ha una forte partecipazione maschile in ambito sportivo, dove la ricerca di identificazione, dell'incontro e dell'approvazione da parte di altri fanno parte della psicologia collettiva: elementi, questi, presenti nell'ambito degli stadi, ovvero luoghi dove sono o possono essere tangibili la solidarietà di gruppo, i piacere di stare insieme, di incitare la propria squadra, di muoversi contro qualcuno, di dare prova di sè ed esibire vistosamente la propria superiorità sull'avversario. E a proposito di identificazione e di superiorità sugli altri molto importanti sono codici e simboli che vengono usati all'interno dei gruppi.
Lo studio sul comportamento degli ultras condotto dall'autore non è stato eseguito da 'esterno', ma 'sul campo' a seguito di diversi approfondimenti ed accurate indagini svolte vivendo accanto agli stessi, seguendoli in casa e fuori, scoprendone così tutti le peculiarità, la passione e la voglia di incitare i propri colori.
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Alessandro Salvini è (perlomeno al tempo di stesura dell'opera) professore ordinario di Psicologia clinica presso l'Università di Padova. I suoi ambiti di studio e di ricerca riguardano i disturbi dell'identià di genere, gli stati dissociati della coscienza, i comportamenti devianti e le tecniche ed i metodi della psicoterapia. Ha scritto anche opere in materia di disturbi della personalità, quali ad esempio Aspetti sociali della personalità, Normalità e devianza, Aspetto deviante, Psicologia clinica, Droghe.
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Alessandro Salvini, 'Ultrà. Psicologia del tifoso violento', Giunti editore S.p.a., stampato presso Giunti Industrie Grafiche S.p.a. stabilimento di Prato; anno 2004, 202 pagine, 12,00 €.
2 commenti:
Bello, lo leggerò! Grazie della dritta.
Bella la foto in copertina ?? Qualcuno sa chi siano ?
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