venerdì 18 gennaio 2008

Razzismo, marciume & affini nel mondo del calcio


Altri episodi di razzismo si sono verificati nel mondo del calcio in occasione dello scorso fine settimana.

Tra i protagonisti ancora una volta i veronesi, che sabato in trasferta a Sesto San Giovanni (presenti in circa seicento unità) hanno cantato cori razzisti contro i giocatori sestesi di colore Boisfer e Konè (quest'ultimo a terra per malore), rispettivamente nel primo e nel secondo tempo (come per dire che un po' per uno non fa male a nessuno). Risultato? L'Hellas Verona domenica 20 gennaio disputerà la gara interna contro il Sassuolo a porte chiuse. Elisa­betta Pasini, presidente della Pro Se­sto, dispiaciuta, non fa comunque di tutta l'erba un fascio, sapendo che il razzismo non appartiene a tutti i tifosi veronesi, ma solo ad un esigua minoranza. Sarà la terza squalifica per razzismo dello stadio gialloblù: era sta­to chiuso nel 2004-05 con la Salernita­na e nel 2005-06 con la Triestina.

Spostiamoci a Vercelli, dove domenica si è giocata Pro Vercelli - Varese. Gli ospiti inneggiano cori contro l'africano Morgan Egbedi, idolo dei vercellesi, ma attenzione, la peculiarità è questa: il Varese, a differenza degli Scaligeri, potrà giocare a porte aperte, si prende sul groppone la bellezza di 6.000,00 € di ammenda, mentre Egbedi dopodomani dovrà stare in tribuna per aver risposto agli insulti degli avversari (mah, il regolamento sarà pur questo, ma la sanzione può esser discutibile). Ammende consistenti anche al Padova ed al Novara per cori razzisti lanciati dai propri tifosi.

Il marciume in Italia è però dilagante e non riguarda solamente episodi di razzismo.
Qualche migliaio di euro è stato appioppato al Pescina (Abruzzo) per cori discriminanti rivolti ai tifosi del Real Marcianise. In Sicilia, il Paternò (serie D) dovrà sborsare 4.000,00 € per "palle di fango" al volto ed una pietra alla coscia scagliati contro un segnalinee per un calcio di rigore ritenuto inesistente.

Nessuno però sembra esente da certi comportamenti, forse inverecondi: se ci spostiamo a Gavorrano (serie D toscana), l'allenatore dell'ominima squadra ha ricevuto un mazzo di fiori a Sesto Fiorentino e come ringraziamento cosa fa? Prende a calci il mazzo facendolo volare verso la tribuna. Simpatico!

Anche il calcio a 5 vi sono protagonisti di comportamenti particolari: un difensore dell'Imola, approfittando del fatto che gli spogliatoi dei giocatori e quello dell'arbitro sono separati solamente da un muretto alto due metri e mezzo, prende una sedia per tirare una bottiglia d'acqua semipiena al di là dello stesso muretto, colpendo il cronometrista.

Per un altro difensore - di una società dilettantistica piemontese -, reo di aver reagito in modo un po' acceso contro l'arbitro in seguito alla sua espulsione, arriva la squalifica di un anno, poi dimezzata in seguito al ricorso. Cosa aveva combinato? Si era avvicinato all'arbitro e lo aveva colpito con una sberla ad una guancia, sberla accompagnata da svariati insulti. Ma la commissione disciplinare ha voluto accogliere parzialmente il ricorso perchè "in fondo il comportamento del giocatore non ha provocato danni e lesioni ad alcuno, quindi va considerato intimidatorio, perchè se veramente avesse voluto aggredire l'arbitro gli esiti sarebbero stati diversi".

E cosa dire del presidente del La Grange, promozione piemontese, colto nella falsificazione di un cartellino di un tesserato minore d'età, apponendovi firme somiglianti a quelle dei genitori? Anzi, come se nulla fosse, dice di essere solito falsificarli quando si tratta di minorenni.

Però!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

meglio l'allenatore delle grange,o meglio ancora la sua tipa...vedi filmato su emule digitando la vacca del manzo...

Anonimo ha detto...

Il razzismo non ha senso.

Anonimo ha detto...

fa n'po vegghi...

Anonimo ha detto...

tutte palle su quel filmato