L'autore di Tifare contro ha raccolto nelle sue pagine fatti di cronaca inerenti il mondo ultras in 39 anni di storia prendendo spunto dalle proprie esperienze vissute in curva e da fonti di parte e non ufficiali, in particolar modo siti ultras, fanzine e libri autoprodotti da gruppi: "39 anni di storia" che possono essere racchiusi tra la nascita dei primi gruppi (a partire dalla Fossa dei Leoni milanista) nel 1968 al 2007 con le morti di Filippo Raciti e Gabriele Sandri ed i vari giri di vite che a queste sono seguiti.
Non è un caso che proprio oggi, 11 novembre 2008, presenti questi questo libro, ad un anno dalla morte di Gabriele Sandri a cui è dedicato l'incipit del libro:
La morte di un ultras da parte di un poliziotto ha scatenato in molti (come ci ricordiamo) rdiverse eazioni in più zone d'Italia e forse questa tappa (dopo le morti di Paparelli nel 1979, Spagnolo nel 1995 e Raciti pochi mesi prima) potrebbe essere considerata la fine del movimento , un po' per lo scioglimento di alcuni gruppi, un po' per i diversi giri di vite per mano di uno stato che ha pensato ad emanare decreti su decreti e che mai ha voluto conoscere realmente com'è strutturato l'intero movimento, non costituito da violenza come si può voler far credere, ma da spirito di aggregazione, di gruppo in chi partecipa alla vita di curva, dal preparare le coreografie più variopinte al percorrere migliaia di chilometri in trasferte in giro per l'Italia ed all'estero:
Quanto riportato qui sotto riguarda i provvedimenti stabiliti a seguito dei fatti di Catania (dove con una molto oculata organizzazione dell'ordine pubblico si poteva evitare di arrivare a tanto), con l'introduzione dei divieti a noi ben noti, colpendo indiscriminatamente tutti e non i pochi che realmente andrebbero colpiti (tra l'altro, senza difender nessuno, con diverse contraddizioni nelle dichiarazioni, tra il lancio del lavandino e l'urto con il discovery):
Ed intato seguono sempre dibattiti, tavole rotonde; usando parole dell'autore ".. non pagano i politici, non pagano gli amministratori, non pagano le società calcistiche, e quindi non pagano nemmeno i violenti, perchè il sistema non cambia .." e purtroppo chissà se e quando cambierà. (basti pensare a come a volte venga applicato a casaccio il DASPO; chi non centra paga, e quando gli viene riconosciuta l'estraneità a determinati fatti ormai la diffida è scontata).
Nel mondo ultras non si parla tanto di violenza, quanto di scontri tra gruppi ultras, che avvengono tra gruppi antagonisti. Anzi, negli anni '70 ed '80 questi capitavano spesso, però negli ultimi tempi sono venuti scemando in quanto l'obiettivo che ha cominciato a prendere sempre più piede è il contatto con le forze dell'ordine.
La violenza nel calcio c'è invece sempre stata (nel 1925 tra Genoa e Bologna erano addirittura state usate pistole), ma mai probabilmente tutto ciò che gira intorno al calcio ha avuto una risonanza mediatica tanto quanto nei giorni nostri o evidentemente non era interesse dello stato reprimere o prevenire come oggi.
Chissà, però, se nell'Italia di oggi verrà alla luce la verità dei fatti ed i veri responsabili pagheranno.Giovanni Francesio - "Tifare contro - Una storia degli ultras italiani", Sperling & Kupfer editori S.p.a.. II edizione, finito di stampare nel mese di marzo 2008 presso la Mondadori Printing S.p.a., stabilimento N.S.m. di Cles (TN). € 14,00, 206 pgg..
Quanto riportato qui sotto riguarda i provvedimenti stabiliti a seguito dei fatti di Catania (dove con una molto oculata organizzazione dell'ordine pubblico si poteva evitare di arrivare a tanto), con l'introduzione dei divieti a noi ben noti, colpendo indiscriminatamente tutti e non i pochi che realmente andrebbero colpiti (tra l'altro, senza difender nessuno, con diverse contraddizioni nelle dichiarazioni, tra il lancio del lavandino e l'urto con il discovery):
Ed intato seguono sempre dibattiti, tavole rotonde; usando parole dell'autore ".. non pagano i politici, non pagano gli amministratori, non pagano le società calcistiche, e quindi non pagano nemmeno i violenti, perchè il sistema non cambia .." e purtroppo chissà se e quando cambierà. (basti pensare a come a volte venga applicato a casaccio il DASPO; chi non centra paga, e quando gli viene riconosciuta l'estraneità a determinati fatti ormai la diffida è scontata).
Nel mondo ultras non si parla tanto di violenza, quanto di scontri tra gruppi ultras, che avvengono tra gruppi antagonisti. Anzi, negli anni '70 ed '80 questi capitavano spesso, però negli ultimi tempi sono venuti scemando in quanto l'obiettivo che ha cominciato a prendere sempre più piede è il contatto con le forze dell'ordine.
La violenza nel calcio c'è invece sempre stata (nel 1925 tra Genoa e Bologna erano addirittura state usate pistole), ma mai probabilmente tutto ciò che gira intorno al calcio ha avuto una risonanza mediatica tanto quanto nei giorni nostri o evidentemente non era interesse dello stato reprimere o prevenire come oggi.
Chissà, però, se nell'Italia di oggi verrà alla luce la verità dei fatti ed i veri responsabili pagheranno.Giovanni Francesio - "Tifare contro - Una storia degli ultras italiani", Sperling & Kupfer editori S.p.a.. II edizione, finito di stampare nel mese di marzo 2008 presso la Mondadori Printing S.p.a., stabilimento N.S.m. di Cles (TN). € 14,00, 206 pgg..
7 commenti:
Nellultimo disegno di legge (non so se sia gia' stato approvato) sono previste sanzioni per chi colpisce tocca o urta un esponente delle forze dell'ordine dai 3 anni ai 5 senza la condizionale, te li fai tutti dentro
Ho letto il libro....dico la verità l'ho trovato un pò na palla, certamente non lo consiglierei.
Ne ha parlato anche Studio Aperto oggi, tra una chiappa di culo e la tetta di una velina
ciao come mai alcuni d voi non tornano allo stadio.
firmato uno ke simpatizza x voi
Perche' non servono piu' la panissa alla mendalida' come una volta
per 0142: premetto subito che spero vivamente tu non scriva per provocare o per fare della sottile ironia....proprio non è il caso, credimi.
Fatta la premessa io parlo a puro titolo personale ed allo stadio ci vado eccome.
credimi che nn è così:mi spiace nn vedervi più allo stadio.Poi siete anche un bel gruppo.ciao
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