lunedì 25 maggio 2009

Ultraviolenza

Ultraviolenza, ovvero 8 storie di sangue legate al calcio italiano: l'autore, Diego Marottini, ha riportato in poco più di 150 pagine alcuni fatti di cronaca nera avvenuti all'interno del tifo italiano dal 1963 al 2003. Sono otto fatti di cronaca in cui hanno perso la vita altrettanti tifosi:
  • Giuseppe Plaitano (28 aprile 1963), Salernitana, (a cui è intitolata la curva salernitana), a seguito di uno colpo d'arma da fuoco proveniente dalle forze dell'ordine durante Salernitana - Potenza;
  • Vincenzo Paparelli (29 ottobre 1979), laziale, colpito da un razzo proveniente dalla curva sud giallorossa da un ragazzo poco più che maggiorenne;
  • Marco Fonghessi (30 settembre 1984), milanista di Cremona, accoltellato da altro rossonero in quanto, giunto a San Siro con alcuni amici cremonesi con macchina targata Cremona, riteneva fosse grigiorosso; l'aggressore che ha inferto il colpo mortale è risultato poi essere un cane sciolto che non aveva agito secondo le disposizioni della curva e per questo i componenti avevano contribuito al suo riconoscimento;
  • Nazzareno Filippini (20 ottobre 1988), ascolano, morto a seguito di aggressione di alcuni interisti che lo hanno colto di sorpresa mentre camminava per strada da solo dopo il termine di Ascoli - Inter;
  • Antonio De Falchi (4 giugno 1989), romanista; prima di Milan - Roma alcuni romanisti vengono inseguiti fuori dallo stadio; Antonio, il più lento e cardiopatico, viene raggiunto e malmenato con calci e pugni, morirà poco dopo in ospedale;
  • Salvatore Moschella (20 gennaio 1994), sul treno Ragusa - Messina si getta dal mezzo in corsa per sfuggire all'aggressione di 5 giallorossi messinesi in ritorno dalla trasferta;
  • Vincenzo Spagnolo (29 gennaio 1995), genoano, accoltellato fuori da Marassi prima dell'incontro con il Milan da un appartenente al gruppo Barbour, esiguo gruppo milanista giunto a Genova autonomamente dal resto della curva e senza alcun segno di riconoscimento;
  • Sergio Ercolano (20 settembre 2003), napoletano, tra i tanti azzurri giunti ad Avellino per il derby: 5.000 persone si trovano già nel settore ospiti, altri 2.000 napoletani sono privi di biglietti e come percorso alternativo per entrare scavalcano un muretto salendo su una tettoia di plastica: questa - certamente non costruita per fare da ponte - cede, una persona precipita nel fossato e dopo qualche ora muore.
Nulla viene nascosto agli occhi del lettore, lo stesso autore ripropone i fatti nel modo più fedele possibile evitando il più possibile di intevenire personalmente, rilasciando solo in conclusione la propria opinione personale dei fatti, sulle cause scatenanti degli scontri e su come gli stessi si sono evoluti nel decorso del tempo. A completare il quadro dell'opera sono state pubblicate alcune interviste rilasciate da parenti di alcune vittime, come nel caso di Filippini e Spagnolo, o anche dall'autore della malefatta, come nel caso di Giovanni Fiorillo (colui che aveva lanciato il razzo che ha ucciso Paparelli).
Diego Mariottini (1966) è nato, vive e resiste a Roma. Laureato nella capitale nel 1991 discutendo una tesi in Storia contemporanea, è giornalista pubblicita dal 1994. Collaboratore free lance presso carta stampata, radio e televisione, nonchè autore di saggi storico politici, si occupa da anni di comunicazione istituzionale nell'ambito della Pubblica Amministrazione. "Ultraviolenza" è la sua prima opera saggistica sul fenomeno ultras in Italia.

Diego Mariottini, “Ultraviolenza – Storie di sangue del tifo italiano”. Postfazione di Alberto Foggia. Finito di stampare presso Litotipografia (Recco) per conto di Bradipolibri Editore S.r.l. – Torino, 159 pgg., 13,00 €;

9 commenti:

Anonimo ha detto...

barone ammazzati ma fallo subito: ieri sera su telelombardia hai fatto un gran bella figura di merda, non sei stato capace per un cazzo di spiegare perchè hai organizzato tutto quel casino contro Maldini e c'è pure chi ti segue.....che pena.

Ti hanno caricato come un facchino e ben ti sta....alla tua età vatti cercare una casa di riposo e rispetta un Uomo (con la U maisucola) come Maldini.

Anonimo ha detto...

Almeno ha corretto il tiro, somenica al telefono ha ammesso candidamente che erano arrabbiati perche' non gli hanno fatto fare la coreo organizzata col loro materiale (e dove ci guadagnavano).
Taglia le torte ca l'e' mej....

Anonimo ha detto...

ma il peggio è che c'è gente che segue sti perdaballe!!!!

Anonimo ha detto...

sottoscrivo: barone ammazzati ma fallo subito!

Tamarro scatenato ha detto...

E' un grande baro costui di cui proferite, poffarre il cielo imbastardito?

Anonimo ha detto...

Con lo scioglimento della "Fossa" la sud e' diventata un'acozzaglia priva di mentalita' come del resto son diventate le grandi curve in "A" nell' ultimo decennio.

ultras di sta cippa ha detto...

si ma ti rendi conto che ragazzi di 18/20/25 anni seguono un coglione perchè tale è che tra lui e il suo compare ciccione non san manco parlare l'italiano e che hanno girato un fil sugli ultras, giusto per fare un po di cassa!

Ma dai, Paolo Maldini campione e uomi vero non piegarti per una festicciola davanti a gente del genere tu che li hai giustamente definiti pezzenti!

uno informato.... ha detto...

Veramente "pezzenti" gli aveva definiti la moglie al rientro da Istambul, quando un gruppo di tifosi si era avvicinato a Paolo e aveva insultato lui e la sua famiglia.

Ovvia la reazione del Capitano che li mandò "a quel paese"....la moglie, intervistata dopo il fatto, aveva definito cosi' quel gruppetto di tifosi dalla mentalita' spiccata.

Così andò l'episodio, in curva solo un gruppetto sulle 200 unita' ha esposto quegli striscioni, avranno sicuramente fatto parte (alcuni di loro) a quella figuraccia all'aereoporta di rientro da Istambul.

Paolo alè Paolo Maldini...

Anonimo ha detto...

I tifosi avevano contestato la squadra dopo una delle piu' belle partite degli ultimi dieci anni giocate dal Milan, partita dominata per 80 minuti e persa per dieci di amnesia totale e un portiere ubriaco.

L'anno prima era andata meglio cosi' come subito dopo