giovedì 13 dicembre 2007

I libri di Luther - Congratulations

Premesso che fare una buona recensione, semmai il sottoscritto ne abbia mai fatta una, non è certo cosa facile, tantomeno lo è farla di “Congratulations” (nell’ edizione italiana edita da Baldini Castoldi Dalai Editore “CONGRATULAZIONI Hai appena incontrato la I.C.F.”).

Non lo è perché, sebbene possa sembrare un libro molto semplice nel genere, l’ex hooligan Cass Pennant con l’aiuto di alcuni suoi vecchi compari (Bill Gardner, Big Ted, Andy Swallow, "Animal" Ikoli e molti altri) traccia intorno ad un gruppo che a livelli di tifoseria ha assunto i contorni del mito, uno spaccato sociale veramente ben delineato dell’ Inghilterra che va dagli anni ’70 fino alla fine degli ’80. Il gruppo? Ma la I.C.F., of course!
I libro tocca diversi temi, seppur si possa pensare che l’unico sia quello del tifo violento, partendo dopo un prologo ambientato contro lo Swansea tocca ad una introduzione che racconta di una trasferta a Manchester dove alcuni “vecchi leoni” si ritrovano a bordo dei torpedoni che conducono i tifosi degli Hammers verso la trasferta e finalmente il libro può prendere il via con il capitolo “Cominciò tutto così” che descrive minuziosamente in che contesto sociale si sviluppò in quegli anni la tifoseria del West Ham, la squadra più proletaria di Londra, la squadra del popoloso e violento East End.
Nell'East End, quartiere storicamente popolare in quanto in prossimità dei docks (porto), all’inizio le bande sono molteplici e spesso in conflitto fra loro (la G.L.F. Good Looking Firm, la V.L.F. Vicarage Lane Firm poi Essex East London Firm, gli Under Fives e altre) che ha un certo punto capiscono che è meglio remare tutti dalla stessa parte ed ecco nascere la InterCity Firm.

L'InterCity tradotto letteralmente in italiano altro non sarebbe che una compagnia di servizi ferroviari, Firm invece significa ditta, peccato che i soci di questa ditta con le ferrovie avevano poco in comune, tranne i treni presi per andare in trasferta.
A questo punto del libro da parte dell’ autore è d’obbligo un ritratto a Bill Gardner (colui che è in primissimo piano nella copertina del volume, mentre il “buon” Cass è alle spalle di tutti), ritratto che viene tracciato in una delle tante (troppe?) memorabili trasferte, precisamente in quella contro il Chelsea.

E qui ci sono alcune righe raccontate da Gardner e trascritte da Pennant che potranno far storcere il naso ai puristi di ogni risma, ma hanno un potere evocativo come solo nella migliore letteratura di genere si riesce a trovare:

“Quando i mattoni finirono e loro rimasero senza più niente da lanciare, e noi eravamo ancora lì, erano in mano nostra.
Avevano lo sguardo sorpreso dai fari di un’auto. Dal momento che avevano resistito al
bombardamento e a quel punto eravamo noi a essere armati, ci poteva essere un solo vincitore.

Eravamo tutti eccitati, con l’adrenalina a mille. Ci eravamo beccati la nostra dose di mattoni e ora pensavamo, forza stronzi, vediamo adesso.
Scalammo il muro e per un istante sembrarono guardarci increduli, poi si misero a correre perché
non sapevano che altro fare….”

Un paio di capitoli dopo ecco un altro passo del libro che rende ancor più nitido il perché la I.C.F. divenne un incubo non solo per le forze dell’ ordine (gli Old Bill come venivano definiti in gergo) ma anche per l’allora Lady di ferro (oh madonna…) Margaret Thatcher.

La partita è quella casalinga contro il Nottingham Forest, aiutato da Tidman e Ramsgate, Cass ricorda che in quegli anni gli Hammers non navigavano in ottime acque e perciò era raro che importanti tifoserie avversarie andassero a far loro visita nelle partite di campionato, quand’ecco che il giorno della partita alla stazione di Upton Park si presenta la banda spavalda della squadra ospite composta da almeno 500/600 unità “con un sacco di tipacci” (detto da un rappresentante della I.C.F. non può che farmi sorridere…).
Il racconto ha del surreale: i tifosi blu-vinaccia prima entrano nel South Bank e da lì scacciano i tifosi avversari, i quali cercano scampo sul rettangolo verde ma da lì vengono respinti al mittente dagli Old Bill, dal settore vengono nuovamente ricacciati dai tifosi degli Hammers verso la tribuna, una parte in teoria neutrale dello stadio, dove a sua volta vengono respinti dai West Side Boys del West Ham, tornati in campo si guardarono attorno, il North Bank era il settore dei padroni di casa, il South Bank per gli ospiti era in mano ad un’altra frangia dei padroni di casa, la Tribuna era in mano ai… tifosi di casa. Risultato? La polizia per la loro incolumità se li caricò tutti e li portò alla stazione imbarcandoli sui treni verso casa loro quando ancora la partita doveva iniziare…
I cori che si alzarono sulle note della vecchia classica Que Sera risuonavano così:

“Why did you leave, you leave?

At ten to three, o’three,

Why did you leave, you leave?”


“Perchè ve ne andate? Alle tre meno dieci, perchè ve ne andate?”


Un altro incredibile capitolo che ben descrive l’ hooliganismo di quegli anni racconta della trasferta di Brighton dove fin dal venerdì sera è uno scontro continuo contro tutto e tutti, d’altronde non si poteva certo andare a cercare uno scontro con i tifosi del Brighton semplicemente, maglio mettersi contro tutta la popolazione locale, no?

Ciò si verificò per una decina di anni a seguire e nonostante la violenza del football fosse in una fase calante, la I.C.F aumentò di numero. Niente descrive meglio la situazione degli anni ottanta delle parole di uno dei membri:” Andavamo dove volevamo e facevamo quello che volevamo. Quando arrivava la domenica, si annunciava al mondo ciò che avevamo intenzione di fare ed era violenza allo stato puro. Nei casi peggiori, tanto valeva non avere nemmeno la polizia. Tanto non avevano nessuna voce in capitolo.” E fu proprio così, perché i Cockney in trasferta non fallirono quasi mai e spesso, dopo battaglie sanguinolente, conquistarono le curve avversarie, nonostante fossero gradinate colme di tifosi . Non si fermarono a questo ma misero in fuga e con risse furibonde e duelli all’arma bianca ferirono e spaventarono tifoserie come l’Armata rossa del Manchester United, gli Scousers del Liverpool e gli odiati Bushwackers del Millwall. A tutti i feriti lasciarono un biglietto con una scritta a caratteri cubitali:” CONGRATULAZIONI-HAI APPENA INCONTRATO LA I.C.F”. Ed il North Bank (settore dei tifosi del West Ham all’Upton Park) non venne mai “preso” da nessuna tifoseria avversaria e venne considerata una roccaforte inespugnabile tanto che spesso le altre tifoserie non osarono neppure metterci piede.

Una delle peculiarità dell’ I.C.F. era quella di non allearsi con nessuno, anzi, pure nelle partite della nazionale inglese stavano per conto loro non esitando a scontrarsi con altri connazionali però legate a bande di clubs avversari.
Altro capitolo veramente degno di nota è quello intitolato OI! Oi! Oi! Dove viene fatta una disamina di tutto il movimento musicale che ruotò intorno al fenomeno bande e soprattutto West Ham e ciò che comportava per le band che sostenevano apertamente nei loro concerti i colori blu vinaccia, con tanto di discografia dei Cockney Rejects. Molto calcio, siamo inglesi, molti calci, siamo l'I.C.F. !

Un’altra tematica è quelle delle differenze di colore nella tifoseria. Se a inizi anni ’70 i giocatori di colore nelle squadre inglesi erano pochi altrettanto lo erano i tifosi della stessa etnia, a differenza della metà degli anni ’80 quando, con il sempre maggiore di coloureds nel campionato inglese ben numerosi furono sugli spalti i ragazzi non di pelle bianca. Problemi di epidermide per uno come Cass? Sentiamo lui stesso come li risolse….

“Venne il giorno in cui dovetti mettere alla prova la reale posizione della I.C.F. sulla questione della razza. Accadde durante la stagione ’78-79, negli anni bui in cui sapevamo che il Fronte Nazionale era presente a Upton Park… Durante la stagione in questione, tuttavia, qualcosa dentro di me non mi fece più sentire a mio agio con tutto questo. Avevo una coscienza e la verità mi colpì bruscamente: dovevo capire quali fossero realmente i miei rapporti con coloro per i quali ero pronto a rischiare di farmi prendere a calci tutte le sante settimane.
Entrai nel settore in cui il FN era abituato a salutare con il saluto nazista in occasione di ogni partita. C’era un gruppo di almeno 200 di loro, tutti che cantavano “Sieg Heil!”… Avanzai in mezzo a loro e tutte le mani tese nel saluto si abbassarono. Non erano sicuri di chi io fossi, ma cominciò a girare la voce – chi avrebbe il coraggio di incamminarsi proprio in mezzo a noi? Le mani continuarono ad abbassarsi fila dopo fila, mentre mi facevo strada lungo la gradinata…. Pensai che stessero per ribaltarmi, ma non mi importava. Ero convinto che se mi avessero aggredito, la I.C.F. li avrebbe aspettati fuori e li avrebbe annientati. .. Gli Old Bill rimasero ad osservarmi in disparte, aspettandosi l’inevitabile. Quando non accadde nulla, vennero da me e dissero che volevano arrestarmi per prevenire eventuali incidenti. Così me ne andai, ma sentii di essermi fatto rispettare quel giorno.”

E poi? E poi tutto finì. La fine fu agli inizi degli anni novanta con la seconda operazione “Own goal”, in seguito al brutale bagno di sangue verificatosi su un battello nel mare del Nord contro quelli del Man United , in cui la polizia portò a termine una serie di raid contro quelli della InterCity Firm. Cass Pennant commenta a riguardo: ” Era destino che la nostra notorietà diventasse la causa della nostra fine”.
Le misure repressive, i posti numerati, i prezzi dei biglietti che tengono a debita distanza le classi sociali medio-basse, questi sono secondo Cass i motivi della fine dell’ Hooliganismo, ma ancora più interessante è la sua disamina sui fatti che ancora oggi accadono (nonostante i soliti tuttologi nostrani ci vengono a spiegare che il fenomeno è stato definitivamente debellato in Inghilterra):

“Date un’ occhiata all’ età media delle persone coinvolte. La maggioranza oggi non proviene più dalla fascia tra i quindici e i venti anni d’età, come negli anni Settanta e Ottanta. Quelli di oggi sembrano più essere fra i trenta e i quaranta, il che significa che ci sono dei dinosauri all’avanguardia della violenza degli stadi odierna. Chi sono questi tizi? Devono essere gli stessi che conoscevamo tutti, gente che ai tempi teneva un basso profilo e che ora sentono di potersi fare avanti e di poter correre il rischio di andare alla partita per una rissa.”

E’ un libro da leggere, al di là della ripetitività e di certe situazioni un poco inverosimili (quando in trenta unità si affronta, si argina e si ha la meglio contro cento persone già sarebbe difficilmente credibile raccontato una volta, ma quando la cosa si ripete…), l’approccio non deve essere quello né di chi fa apologia di hooliganismo né di chi prevenuto non vede l’ora di bollare il libro come spazzatura.
Ribadisco che da questo libro, dove lo stesso Cass relega certi fatti a “puro teppismo” e a “guerra fra bande”, c’è molto da scoprire e da ri-studiare, piaccia o non piaccia.
p.s. Per i moralisti d’accatto ecco la dedica che apre il libro:

Dedicato a mia moglie che odia il calcio, Elaine,
che ha dimostrato una lealtà pari a quella di qualsiasi
tifoso degli Hammers di lunga sofferenza.
E ai miei figli, Marcus e Georgie.
Guardarli crescere ha sostituito il brivido che provavo
quando andavo alla partita

Cass Pennant


12 commenti:

Anonimo ha detto...

thank you my frend

Anonimo ha detto...

You'll never walk alone,
my Cinghiols Friends, thanks so much for your report, i hope to meet you in very fast time.
Please, i have to known JP, because somthing friend tell me that this gay is very Fat, strong...i mean a very animal, I WANT TO KNOWN HIM!

Andy Swallow.

Anonimo ha detto...

http://www.leechvideo.com/video/view711133.html

Anonimo ha detto...

'I'm Forever Blowing Bubbles'

Pretty bubbles in the air
They fly so high, Nearly reach the sky
Then like my dreams, they fade and die
Fortune's always hiding
I've looked everywhere
I'm forever blowing bubbles
Pretty bubbles in the air

Cinghiale Casale ha detto...

AH AH AH!

Cinghiale Casale ha detto...

Consiglio anche di andare a fare una visita qua (copiare e mettere tutto attaccato):

http://www.progettoultra.it/cms/
index.php?option=com_content&task=
view&id=539&Itemid=117

Anonimo ha detto...

GRANDISSIMO LIBRO!

Anonimo ha detto...

che ha un certo punto capiscono che è meglio remare tutti dalla stessa parte ed ecco nascere la InterCity Firm.
SORRY MY FRIEND

Anonimo ha detto...

non dirmi che hai un nuovo collaboratore! hihihihiih

Anonimo ha detto...

l' ho letto! bellissimo!

Aldo

Anonimo ha detto...

ANCHE IO, FANTASTICO.

Anonimo ha detto...

bellissimo...molte analogie con gli ultras dell'Atalanta anni 70-80. Che anche ogi hanno una nuova generazione. Mentre loro sono fermi ormai.