Michele Monina, l’autore, è nato ad Ancona nel 1969: da sempre appassionato di cultura popolare e di calcio ha cominciato ad andare allo stadio per seguire fin da ragazzino la squadra della sua città, l’Ancona, poi quella per cui tifa, il Genoa; passione tramandatagli dal padre, come avviene nella maggior parte dei casi, ma di cui ha preferito evitare di condividere anche la fede calcistica, essendo il padre juventino.
In più di duecento pagine racconta la sua inchiesta personale sul mondo delle curve (che da tempo frequenta) in Italia con tutte le regole non scritte che vi stanno intorno, senza alcun pregiudizio, passando – nel suo racconto – dalla viscerale passione per la propria squadra di chi vive la curva all’odio verso il proprio avversario, il tutto ovviamente visto con gli occhi del tifoso e non di chi ha sentito parlare di calcio e di violenza ascoltando la sola campana mediatica; viene riportato qualche cenno anche al mondo del tifo d’Oltremanica: oltre all’Ancona ed al Genoa, difatti, un’altra squadra che ha infiammato il suo cuore è il West Ham di Londra e nel suo peregrinare da uno stadio all’altro ne ha visitati anche in Inghilterra potendo testare in prima persona quale fosse la situazione attuale del tifo inglese, assai diversa dalla quella nostrana.
Nell’opera, recentissima, vi sono diversi riferimenti a fatti attinenti al mondo delle curve, e non ne mancano agli episodi di violenza e di morte avvenuti nel corso della passata stagione e di quella precedente intorno al mondo del calcio: dal caso Raciti a Gabriele Sandri (con tutto quanto ne è scaturito), dal parmense Matteo Bagnaresi morto per tragica fatalità investito da un bus di juventini in un autogrill nei pressi di Asti il 31 marzo 08, alla poliziotta che il 3 maggio sempre dello scorso anno ha tentato il suicidio sparandosi al di fuori dello stadio di Treviso mentre era in corso l’incontro di serie B Treviso – Grosseto. Episodio, quello di Treviso, avvenuto sì al di fuori di uno stadio, luogo dedicato allo sport, ma senza alcun contributo da parte dei tifosi.
Non capita per fortuna solo questo intorno al mondo del calcio, dove l’autore (come descrive in conclusione) ha trovato anche tanta vita: il calcio è una passione forte e non a caso spesso di parla di fede, una fede che lo ha accecato come è successo per tanti altri e per cui ha macinato milioni di chilometri, ha visto migliaia di ore di partite di calcio al freddo, al caldo, sotto la pioggia, la neve, il vento, conoscendo molte persone e vivendo molte esperienze.
Michele Monina, “Ultimo stadio – in viaggio tra i tifosi d’Italia”, Rizzoli editore; finito di stampare nel mese di novembre 2008 presso il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche, Bergamo. 252 pagine, 17,00 €.
In più di duecento pagine racconta la sua inchiesta personale sul mondo delle curve (che da tempo frequenta) in Italia con tutte le regole non scritte che vi stanno intorno, senza alcun pregiudizio, passando – nel suo racconto – dalla viscerale passione per la propria squadra di chi vive la curva all’odio verso il proprio avversario, il tutto ovviamente visto con gli occhi del tifoso e non di chi ha sentito parlare di calcio e di violenza ascoltando la sola campana mediatica; viene riportato qualche cenno anche al mondo del tifo d’Oltremanica: oltre all’Ancona ed al Genoa, difatti, un’altra squadra che ha infiammato il suo cuore è il West Ham di Londra e nel suo peregrinare da uno stadio all’altro ne ha visitati anche in Inghilterra potendo testare in prima persona quale fosse la situazione attuale del tifo inglese, assai diversa dalla quella nostrana.
Nell’opera, recentissima, vi sono diversi riferimenti a fatti attinenti al mondo delle curve, e non ne mancano agli episodi di violenza e di morte avvenuti nel corso della passata stagione e di quella precedente intorno al mondo del calcio: dal caso Raciti a Gabriele Sandri (con tutto quanto ne è scaturito), dal parmense Matteo Bagnaresi morto per tragica fatalità investito da un bus di juventini in un autogrill nei pressi di Asti il 31 marzo 08, alla poliziotta che il 3 maggio sempre dello scorso anno ha tentato il suicidio sparandosi al di fuori dello stadio di Treviso mentre era in corso l’incontro di serie B Treviso – Grosseto. Episodio, quello di Treviso, avvenuto sì al di fuori di uno stadio, luogo dedicato allo sport, ma senza alcun contributo da parte dei tifosi.
Non capita per fortuna solo questo intorno al mondo del calcio, dove l’autore (come descrive in conclusione) ha trovato anche tanta vita: il calcio è una passione forte e non a caso spesso di parla di fede, una fede che lo ha accecato come è successo per tanti altri e per cui ha macinato milioni di chilometri, ha visto migliaia di ore di partite di calcio al freddo, al caldo, sotto la pioggia, la neve, il vento, conoscendo molte persone e vivendo molte esperienze.
Michele Monina, “Ultimo stadio – in viaggio tra i tifosi d’Italia”, Rizzoli editore; finito di stampare nel mese di novembre 2008 presso il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche, Bergamo. 252 pagine, 17,00 €.
1 commento:
Il fascino degli Hammers non ha contagiato solo lui...molto interessante
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