giovedì 20 settembre 2007

I libri di Luther - Gli sciuscià del pallone

Mi duole relegare questo piccolo gioiello nel mezzo di una settimana ricca di spunti com’è quella attuale, ma l’essere stato anticipato domenica da ben due “colleghi” (Gianni Mura su “Sette giorni di cattivi pensieri” del 16/09 e il Ricciolo nel suo omonimo blog) mi spinge a rompere gli indugi e a presentarlo immediatamente anche nella felice isola di Cinghiale Casale.

“Gli sciuscià del pallone – Undici storie di calcio invisibile” nasce dalla felice penna di Stefano Scacchi, giornalista novarese. Dentro potrete svariare dalle vicissitudini di Russotto, reo di aver detto no alla tristemente nota Gea, pagando la sua scelta a carissimo prezzo, oppure leggerete di Maa Boumsong (nome che dice qualcosa solo agli interisti più appassionati o ai giocatori informatici di manageriali) che in un anno si è ritrovato dal dormire sotto la neve a Vercelli fino ad indossare la casacca nerazzurra della Beneamata.

E’ veramente singolare la storia di uno sfortunato calciatore boliviano: nell’ under 20 del suo paese gioca contro nientepopodimenoche Ronaldinho, sbarca alla Malpensa alla ricerca dell’ingaggio che gli potrebbe cambiare la vita chiamato in Italia dal suo procuratore, solo che dopo due giorni quello stesso procuratore muore e lui finisce a fare il lavapiatti.

C’è quella di un giovane arbitro lombardo al quale spaccano la faccia su un campo del sud al termine di una partita del campionato dilettanti. Alle sue richieste di far luce sulla vicenda le risposte sono univoche: non denunciare, lascia perdere, gli dicono i superiori. E lui lascerà perdere, smettendo di arbitrare.

Ma una storia che mi ha colpito pur nella sua semplicità e nella sua (ahinoi) quasi quotidiana attualità per il calcio non dei “piani alti”, è quella di Sergio Vatta, ve lo ricordate? L’artefice delle fortune della Primavera del Torino degli anni ’80. Viene assoldato per una squadra di una piazza qua vicina, Alessandria, lui richiama alcuni ragazzi in gamba che aveva cresciuto e s’erano persi, poi è arrivata la nuova proprietà, sono cambiati i programmi, ed i ragazzi si sono ripersi. Ed è poesia la considerazione di quel burbero ma gran maestro di calcio che è Vatta: “I sogni si possono anche bruciare, ma si devono spegnere lentamente, altrimenti fanno male”.

E’ proprio vero, i nababbi sono pochi, gli sciuscià del pallone un’infinità, e mai come in questi giorni nei quali riparte la Champions Rics (Coppa dei Ricconi) parole del genere devono restare ben scolpite nelle nostre menti….

Gli sciuscià del pallone – Undici storie di calcio invisibile

Stefano Scacchi

Edizioni Sedizioni

2007

11 euro.



Luther Blisset


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza scerzi....un libro che ho visto spesso in giro e di cui ho letto diverse recensioni, quasi tutte strapositive. non l'ho mai comperato ma prima o poi lo faro'

Anonimo ha detto...

Il ricciolo ha un blog ?!?

Anonimo ha detto...

Parlando d'attualità io direi di soffermarci su un ex granata anni 80: Garritano affetto da leucemia da circa un anno. Per lo sfortunato ex calciatore si sta cercando di organizzare una "colletta" per cercare di curarlo. Lui ha comunque affermato che questa malattia potrebbe essere stata causata dai soliti abusi di medicinali.
Insomma una storia triste ed amara.

Cinghiale Casale ha detto...

Confermo quanto dice Zorro e aggiungo che gli unici che lo stanno aiutando economicamente (ha una pensione da 1.400 euro al mese che non bastano a pagar le spese per combattere il cancro) sono Ciccio Graziani e Rino Gattuso. Il calcio mette tanti soldi nelle tasche dei giocatori, i quali fanno fatica ad usarli per un loro collega....

Anonimo ha detto...

Non mi stupisce che Gattuso contribuisca a questo tipo di iniziative, piuttosto lascia perplessi che siano solo due persone sensibili a questa brutta storia...

Anonimo ha detto...

Il problema è che questa storia non è l'unica e nemmeno l'ultima.
I calciatori sono persone come noi...solo che vivono in un mondo che spesso contribuiamo a costruirgli. Un mondo fatto di gloria effimera e nei quali loro ci sguazzano a meraviglia, perdendo però di vista valori e realtà. Garritano (o chi per lui) ha dovuto chiedere pubblicamente qualcosa a cui sarebbe bastato un semplice passaparola tra amici, compagni ed avversari della sua epoca.

Anonimo ha detto...

A me per esempio ha molto commosso la storia di Coco... e' stato costretto ha rinunciare a una esaltante e prolifica carriera da calciatore per la dipendenza dalla figa...e forse anche da qualcos'altro...