
Questo perchè? Gli stadi inglesi appartengono alle società calcistiche e possono essere vissuti 7 giorni su 7 e non 1 ogni due settimane poichè ospitano negozi, hotel, cinema musei, insomma sono polifunzionali e non limitati alla sola partita casalinga (ogni due settimane) della squadra di appartenenza; per arrivare a questo però le società inglesi hanno dovuto effettuare esborsi non indifferenti. In Italia invece è completamente l'opposto, con molte strutture alquanto fatiscenti e mai messe in regola; la quasi totalità degli impianti appartiene ad enti pubblici. Il passaggio di privatizzazione o quantomeno il processo per rendere gli impianti più confortevoli rispetto allo stato attuale sembra diventata una priorità ma i tempi di attuazione spesso e volentieri sono lunghi (almeno tre anni per il nuovo impianto della Juventus, almeno 5 per quello di Milano, altri progetti in pista vi sono per Roma, Cagliari, Firenze, Udine, Siena e Genova).
Gli investimenti però non sono rivolti solo a rimpinguare le casse societarie ma anche a rendere gli stessi impianti più sicuri nel tentativo di far affluire maggiormente le famiglie (e per questa ragione l'istituto per il credito sportivo è disposto a finanziare i progetti); e se all'Italia fosse stata assegnata l'organizzazione dei prossimi europei, vi sarebbero stati introiti non indifferenti per la ristrutturazione degli impianti, ma tutti sappiamo come è andata.
Gli investimenti però non sono rivolti solo a rimpinguare le casse societarie ma anche a rendere gli stessi impianti più sicuri nel tentativo di far affluire maggiormente le famiglie (e per questa ragione l'istituto per il credito sportivo è disposto a finanziare i progetti); e se all'Italia fosse stata assegnata l'organizzazione dei prossimi europei, vi sarebbero stati introiti non indifferenti per la ristrutturazione degli impianti, ma tutti sappiamo come è andata.
Nessun commento:
Posta un commento