domenica 12 ottobre 2008

Stadi a confronto

La differenza fra i bilanci di squadre di A e squadre appartenenti ad altri campionati sta in una voce: i ricavi da stadio. Le squadre italiane più rappresentative del campionato italiano viaggiano tra il 10-15% (Milan, Inter, Juventus) ed al massimo sino al 20% (Roma) del fatturato annuale; in Inghilterra invece saliamo fin sopra il 40% per il Manchester United, più o meno a quei livelli arriviamo per il Chelsea, ed intorno al 30% troviamo Arsenal e Liverpool. I club d'oltremanica, grazie agli impianti di proprietà hanno maggior equilibrio nelle entrate nonchè minor dipendenza da risultati sportivi e dai ricavi tv!
Questo perchè? Gli stadi inglesi appartengono alle società calcistiche e possono essere vissuti 7 giorni su 7 e non 1 ogni due settimane poichè ospitano negozi, hotel, cinema musei, insomma sono polifunzionali e non limitati alla sola partita casalinga (ogni due settimane) della squadra di appartenenza; per arrivare a questo però le società inglesi hanno dovuto effettuare esborsi non indifferenti. In Italia invece è completamente l'opposto, con molte strutture alquanto fatiscenti e mai messe in regola; la quasi totalità degli impianti appartiene ad enti pubblici. Il passaggio di privatizzazione o quantomeno il processo per rendere gli impianti più confortevoli rispetto allo stato attuale sembra diventata una priorità ma i tempi di attuazione spesso e volentieri sono lunghi (almeno tre anni per il nuovo impianto della Juventus, almeno 5 per quello di Milano, altri progetti in pista vi sono per Roma, Cagliari, Firenze, Udine, Siena e Genova).
Gli investimenti però non sono rivolti solo a rimpinguare le casse societarie ma anche a rendere gli stessi impianti più sicuri nel tentativo di far affluire maggiormente le famiglie (e per questa ragione l'istituto per il credito sportivo è disposto a finanziare i progetti); e se all'Italia fosse stata assegnata l'organizzazione dei prossimi europei, vi sarebbero stati introiti non indifferenti per la ristrutturazione degli impianti, ma tutti sappiamo come è andata.

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