giovedì 15 novembre 2007

Società - Cosa farò domenica


La coerenza ha un prezzo.

Sento tanti che parlano di lutto, valori, rispetto.... Li ho scritti volutamente in minuscolo perchè già oggi, con partite di Coppa Italia che era talmente indispensabile disputare che l' Imperia ha mandato la juniores a farsi massacrare 0-8 (avete letto bene, zero a otto) al Moccagatta, la Lega D ha dato il via al baraccone a bara di Gabbo non ancora sotterrata.
Domenica la stessa Lega D annuncia "lutto al braccio" (sticazzi, sa sgaru....) al che mi vedo già: seduto su una panchina in una grigia giornata novembrina, sigaretta in bocca, con i miei euri non versati al baraccone della D che giammai avrebbe potuto fermarsi per un turno, pensare alle brillanti menti che quando vorranno potranno venire a farsi spiegare cosa significano le parole Lutto, Valori, Rispetto.
Buon divertimento a tutti domenica: giocate ed esultate ad ogni goal, è morto un ragazzo che andava a vedere una partita di calcio.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Devo ancora decidere...quasi quasi me ne vado a pescare solitario in riva a un fiume a contatto con gli animali...sicuramente 100 volte meglio di certe bestie a due zampe.

il ricciolo ha detto...

tratto dal blog:
http://www.angelaesiste.blogspot.com/

La bella gioventù

Una pallottola può fare molte vittime: uscire dalla canna di una pistola frettolosa e arrogante e spezzare la vita di un uomo qualunque; lasciare a terra senza più vita i cuori delle madri, del carnefice e della vittima, delle donne, dei padri, degli amici, del carnefice e della vittima; rimbalzare nei circoli del maschio -squadrista e nei ghetti dell'odio e diventare oggetto di prevaricazione e forza bestiale per nutrire la violenza, nascosta come un cecchino nell'oscurità delle anime, in adorante attesa della sua incarnazione.
Una pallottola può penetrare nel tessuto sociale e squarciare il velo sottile che ci separa dall'inciviltà e dall'eversione e dare spazio alla ferocia, al gusto dello sfascio, al desiderio quasi erotico di vandalizzare l'altro. Le armi non hanno mai generato niente di buono ma ai creativi della specie può bastare una spranga per riportare gli ominidi in vantaggio.
Una pallottola ci ricorda come abbiamo bisogno di riempire l'abisso del nulla, in cui navighiamo, di divinità e mitologie così dal calcio che non è più uno sport, ormai da secoli, diamo i natali a un luogo mitico per agglomerare sognatori del Terzo Reich, gladiatori della nuova dittatura barbarica, combattenti contro non specificati imperialismi. Quella fame di umano, mai raggiunto, si trasforma in allucinazione: non resta che sbranare!
Il mito calcistico, che riesce a chiamare fratello un purosangue della stessa squadra e sentire nemico da eliminare il resto degli uomini, ha vecchie radici nell'anima bellica nostrana e potrebbe fare un aggancio quanto mai futuristico con i partiti della nuova destra, con la giunonica Santanchè acclamata dalla folla come la nuova dea della guerra storaciana, il partito che si definisce degli incazzati con la bava alla bocca...una comunanza di visione, un'estasi ricercata nell' urlo da stadio e nel raduno di piazza di maschi senza mollezze uterine...un quadro agghiacciante di una gioventù bruciata sulle are del nuovo-vecchio potere.

Luca Zacchi ha detto...

Io domenica allo stadio è da tempo che non ci vado... all'Olimpico con una bimba piccola poi... andrò a giocare con la palla ,questo si, con Sara e Lisa, a Villa Pamphili... e al diavolo l'ipocrisia dei ricchi e meno ricchi del carrozzone calcio italiano...

Anonimo ha detto...

fai bene luca.....ci vogliono togliere la sacralità del calcio ed allora noi non prestiamogli il fianco.

Anonimo ha detto...

Scisa cinghiale, ma sei te quello nella foto !!! Ti facevo piu' giovane...e non fumare quella roba !

Anonimo ha detto...

E si caro luca...e li a roma sei proprio nel cuore di tutto il carrozzone. Fai bene a dedicare il pomeriggio alle tue bimbe, mi sembra una scelta morale e significativa.