sabato 17 novembre 2007

Città - Tre milioni di perchè....


Oramai è storia di due giorni fa: l’assemblea generale, indetta dai sindacati e dall’associazioni delle vittime dell’amianto che si è tenuta mercoledì pomeriggio, in preparazione al processo di Torino sul dramma Eternit, si è aperta con un vero colpo di scena: l’annuncio di un’offerta, da parte di Thomas Schmidheiny, di tre milioni di euro alla città di Casale.
Lo ha reso noto Bruno Pesce prima, coordinatore del Comitato vertenza amianto, lo hanno riportato i quotidiani locali poi. La notizia ha logicamente suscitato perplessità, i più temono giustamente l'ennesima cambiale in bianco di credibilità ad una controparte che rappresenta chi ha portato dolore e morte.
Thomas Schmidheiny è infatti uno dei due fratelli svizzeri proprietari dell’Eternit, il quale è già stato prosciolto (a differenza del fratello Sthephan e del belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne, i due indagati dal procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello) in quanto non aveva responsabilità societarie dirette nell’Eternit.
La donazione, stando a quanto emerso, sarebbe così ripartita: un milione e mezzo di euro all’ospedale Santo Spirito per il potenziamento delle strutture diagnostiche, 800mila euro al fallimento presso il tribunale di Genova, 500mila euro alla Associazione familiari vittime amianto e 250mila a Vitas, che si occupa della assistenza ai malati terminali.
Bruno pesce ha dischiarato che: "Quei soldi, se arriveranno saranno versati in un fondo vincolato e devoluti in parte a favore del centro regionale sull'amianto che la Regione istituirà al Santo Spirito e la restante somma a copertura delle spese necessarie per proseguire la vertenza».
Non lo so, ho troppa stima per Pesce per pensare che abbia sottovalutato ciò che una mossa come questa da parte di Thomas Schmidheiny possa comportare (ossia mettere fortemente in imbarazzo chi prima lo ha visto nelle vesti del carnefice e ora se lo vede arrivare come "benefattore"), certo le perplessità da parte mia sono molte: accettare e impiegare quei soldi in iniziative utili o orgogliosamente mandarlo a farsi fottere lui e i suoi milioni?
Se mi conoscete sapete già cosa farei, è anche per questo che (per fortuna) il coordinatore del Comitato è Pesce e mai sarà il sottoscritto.

p.s. Mi ero ripromesso di approfondire il discorso amianto soprattutto per gli utenti che leggono questo blog da fuori città e quindi non capiscono appieno il dramma vissuto da noi casalesi: è ora di mettersi al lavoro...



5 commenti:

Unknown ha detto...

non so, questa cosa lascia interdetto pure il sottoscritto. Sinceramente non so quale sia la decisione migliore, se credere alla buona fede del "fratello buono" o mandarli a quel paese tutti quanti. Certo è che quei soldi farebbero comodo, e che potrebbero essere solo le briciole per non dare la fetta più grossa della torta... non resta che fidarci di Bruno Pesce, che comunque è persona affidabile. Sperèm. Ciao.

Anonimo ha detto...

Secondo me, i soldi offerti in questo modo,sono il solo modo che certe persone conoscono. pensano che offrendo dei soldi, riescano a ripulirsi la coscenza e cancellare un passato, fatto di morte e sofferenza! bhè che dire, io posso parlare solo a livello personale, ma se fossi nella persona di Bruno Pesce, chiederei, anzi esigerei che oltre ai soldi, vengano a casale e chiedano scusa per il dolore procurato e vadano in ogni singola casa di chi è deceduto a chiedere perdono! è il minimo che possano fare, ma penso che davanti ai soldi, certe persone cederanno! p.s. io intanto attendo il sig. Michelin in persona per parlargli del reparto Z ....by Greyal

Anonimo ha detto...

Il problema è che non è "dolore" o "morte" ormai passati..il mesotelioma è presente ed è - purtroppo - futuro.

Anonimo ha detto...

Abbiamo la citta' ormai inpestata da queste polveri sottili, anche se l'Eternit come azienda non e' piu' presente da decenni.
Ho un amico che lavora in ospedale in Oncologia e mi ha detto che la cosa che lo rattristisce di piu' e' il fatto di vedere gente giovane, 30-35-40 anni malata di Mesotelioma.
L'azienda non esiste piu' ma continua a distanza di diversi anni a mietere vittime.
Che dire?
Un giorno dovro' acquistare casa, ma vedro' bene di non comprarla a Casale per il bene dei miei familiari.

Cinghiale Casale ha detto...

Guardate, non è facile.
Io fin da piccolo ho conosciuto il mesotelioma, la polvere, l'eternit.
I miei me ne hanno parlato senza reticenze e fin da piccolo ho imparato a conviverci, moriva un amico di famiglia, un conoscente, un vicino di casa e dicevano: "è la solita brutta malattia".
Poi, in mezzo a tante morti per la "solita malattia" ne è arrivata una particolare, lavori per anni in catena di montaggio fianco a fianco con una persona e questa a 38 anni se ne va, per quella che da "solita malattia" in te diventa profonda ingiustizia.
So che l'unico modo per non impazzire è conviverci come gli antichi forse facevano con le epidemie, le inondazioni ecc. che giudicavano dovute a un qualcosa di superiore che non si poteva arrestare, ma non riesco a esserne più capace.
Capisco e giustifico lo sfogo dell'ultimo post, non riesco però più ad accettarlo, e quel che è peggio è che sembra che le punte di più alta mortalità devono ancora venire fuori nei prossimi anni.