Sabato 24 novembre infatti, alle ore 18 presso la videoteca del Centro Giovani di Abbadia San Salvatore (Si), Carlo Petrini, ex calciatore, oggi scrittore, ha presentato il suo nuovo libro, Calcio nei coglioni, sull'ultimo calcioscandalo. Insieme a lui erano presenti anche Massimo Del Papa (bravo giornalista) e il sostituto procuratore di Napoli Giuseppe Narducci, titolare della relativa inchiesta. Petrini ha messo sottosopra il mondo torbido del calcio con i suoi numerosi libri-verità; Del Papa è stato finora l'unico a intervistarlo sull'ultimo lavoro, per il Mucchio.
Logicamente i mass media si sono ben guardati dal dare giusto risalto a tutto ciò, tranne un Varriale da combattimento (il giornalista sportivo censurato dal direttore del Tg 2 Mazza un mese fa circa per aver osato fare una domanda “inopportuna” a Donadoni) sabato a notte inoltrata su RAI 2.
Carlo Petrini è, nel vero senso della parola, un “dead man walking” (un morto che cammina), il suo conto alla rovescia con la morte viene aggiornato dalle tac alle quali si sottopone ogni tre mesi e accompagnato dalla chemioterapia che cerca di arginare un tumore maligno al cervello che l’ha piegato nell’aspetto esteriore ma non certo spezzato nei suoi propositi.
Petrini non cerca rivincite, egli però ha oramai ben poco da perdere, e da anni scrive libri che sono autentiche bombe, libri ignorati (chissà come mai, eh?) dai grandi mass media, ma molto temuti nell’ambiente del “calcio che conta”, proprio lui che da calciatore ha sbagliato (passando dall’inferno del doping alla comoda e remunerativa scorciatoia del calcio scommesse) da anni ci racconta e svela quali nefandezze si nascondono dietro al “gioco più bello del mondo” versione italiota.
L’ hanno definito il “drogato Petrini”, non meritava credito, stima, ascolto fino a dargli del “povero malato” ma con anni di anticipo ci ha raccontato le schifezze che gravitano intorno al pallone e, notate bene, mai una querela che fosse una nei suoi confronti fino a trovare riscontro nelle indagini della magistratura sportiva e ora in quella penale.
Ed è qui che si inserisce l’ultima fatica di Petrini edita come al solito da Kaos Edizioni, rammento una citazione che feci in un pezzo a lui dedicato pubblicatomi un anno fa su un altro sito: “ C'è chi mi domanda se il calcio di oggi, col pallone imbottito di soldi e doping, sopravviverà a se stesso, e se sia possibile cambiare questo andazzo. Alla prima domanda non so rispondere, mentre alla seconda rispondo di no.", questa frase fu pronunciata ben prima di calciopoli e scandali vari ed è da questa che parte “Calcio nei coglioni”.
Dopo che il bubbone esplode nel maggio del 2006 a partire da Moggi fino a coinvolgere i più grossi club italiani, Petrini va perfino a Monticiano, che è il paese natale di Moggi (oltre che quello dell’autore), del quale nessuno parla volentieri: nessuno parla affatto. Moggi sfugge, Petrini insegue, e intanto il materiale per “Calcio nei coglioni” si accumula. Poco o nulla si capisce di Calciopoli seguendo i resoconti ora sensazionalistici ora iper garantisti dei giornali, controllati spesso da presidenti coinvolti negli scandali. E che dire di intercettazioni deliranti, in vernacolo, o criptiche, a parte ilarità o clamore alla fin fine nulla aggiungono alla comprensione dei fatti. Dopo i primi botti tutto si ridimensiona: società retrocesse in B ritornano magicamente in A, squadre che in paesi normali sarebbero state condannate in C ora sono qua a lottare per lo scudetto, personaggi che avrebbero dovuto essere radiati dal mondo del calcio come Moggi hanno subito 5 anni di squalifica (cosa che non preclude il loro rientro), Carraro ci rappresenta in Europa, la tanto sbandierata rivoluzione calcistico-culturale è rappresentata da un vecchio arnese della politica calcistica a capo della Lega e da un presidente della federazione il cui migliore complimento che ho letto in questi mesi è quello di “uomo per tutte le stagioni”.
Ci vorrebbe una bella trasmissione riparatoria in prima serata che rendesse giustizia a Petrini e alla Verità, ma chi potrebbe farla in Italia? Forse, come si chiede provocatoriamente il giornalista Del Papa, la giornalista sportiva Ventura che lo ha definito “un eroe dei nostri tempi” (aaaaaaarrrrrggggghhhhhhh!) ? Il blog Cinghiale Casale questa intervista vi permette di goderla, bisogna chiedere alla Televisione Svizzera di supplire alle lacune del servizio pubblico (seeee…) italiano ma, cliccando sull’Immagine qua sotto, potrete entrare nella pagina che ha il link scaricabile e vedere come si fa informazione!
Ed è forse vero quello che scrisse Del Papa quando, ancora ebbri di una insperata vittoria dei Mondiali di calcio, scorrazzavamo per le città clacsonando e festeggiando: “Capimmo che era una sanatoria dai caroselli di macchine e di bandiere che salutavano lo scandalo nello scandalo, in quel modo osceno, al di là di ogni vergogna, che gli italiani sono inimitabili a incarnare: lo so che è tutto guasto ma non lo voglio sentire, lasciami barare con me stesso.”.
Petrini ha corso contro il tempo, ha perso i suoi capelli per la chemio ma ha avuto ancora la forza di darcelo questo benedetto Calcio nei coglioni, almeno noi che amiamo veramente il calcio vediamo di farne tesoro.
L'autore
Nato a Monticiano (Siena) nel 1948, Carlo Petrini è stato uno dei più noti calciatori degli anni Settanta. Dalle giovanili del Genoa, passò al Lecce (serie C, 1965-66), tornò al Genoa (serie B, 1966-68), quindi cominciò l’avventura professionistica ai vertici del calcio italiano come centravanti: al Milan di Nereo Rocco (1968-69), al Torino (1969-70), al Varese (1971-72), al Catanzaro (1972-74), alla Ternana (1974-75), alla Roma di Nils Liedholm (1975-76), al Verona (1976-77), al Cesena (1977-79), e approdò infine al Bologna (1979-80). Nella primavera del 1980 risultò coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse: a Petrini venne inflitta una pesante squalifica che in pratica mise fine alla sua carriera. Scopre successivamente di dover pagare anche fisicamente i suoi errori di gioventù, una forma tumorale dovuta probabilmente agli abusi di sostanze dopanti lo accompagna da anni e lui cerca di rendere giustizia agli ex colleghi che non ci sono più per la stessa causa scrivendo, toccando poi diverse tematiche fino a quel momento quasi tabù per il mondo del calcio.
Fra i suoi titoli da leggere assolutamente (ma tutti lo meritano): Nel fango del dio pallone, Il calciatore suicidato, Scudetti dopati, Senza maglia e senza bandiera, Le corna del diavolo, I Pallonari e in ultimo Calcio nei coglioni, tutti editi dalla coraggiosa e indipendente casa editrice Kaos Edizioni.
Luther Blisset 2007
7 commenti:
Posseggo gran parte dei libri citati, il più bello e forse mi ripeto, resta il primo per
l'originalità (gli altri si ripetono un po e spesso sono articoli di giornali) e per la crudezza.....il capitolo finale in cui parla del figlio morente è davvero sconvolgente. Cmq credo proprio che acquisterò pure questo.
Non ho mai letto niente di petrini anche se conosco abbastanza bene la sua storia grazie a alcuni giornali e blog che ne hanno parlato. Purtroppo e' una delle pochissime voci fuori dal coro e si sa che risulta molto piu' semplice cantare tutti assieme...
La Kaos Edizioni
c'ha i controcoglioni!
bravo blogger! :-) vera informazione!
Sono contento del commento di mm, è raro fare libri come quelli che fa la Kaos in Italia dove si vendono solo stronzate alla codice da vinci, moccia ecc. ecc.
Cosa c'hai contro il codice da vinci ? Guarda che parla di verita' nascoste, non so se lo sai ma sotto la piramide del louvre riposa la Madonna...e sotto Saint Sulpice Miky Mouse.
AH AH AH AH
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