giovedì 1 novembre 2007

I libri di Luther - Nella Fossa dei Leoni

“Nella Fossa dei Leoni” avrebbe dovuto vedere la luce nel 1988, anno del trentennale dalla fondazione del gruppo stesso, causa la complessità del lavoro (come accennato nella stessa introduzione del volume) arriverà agli appassionati di Italia anni dopo, la seconda edizione vedrà la luce nel 2005 anno nefasto che sancirà lo scioglimento dello storico gruppo stesso.
Il libro, strutturato con foto, articoli di giornale e narrazioni si divide in quattro filoni principali.

La prima parte prende il titolo de “La nascita del movimento Ultrà”, correndo dalla stagione calcistica 1968/69 (perché la vita del mondo Ultrà è scandita dalle stagioni calcistiche) arriva fino a quella 1975/76.
Questa parte è sicuramente quella più apprezzata da tutti quelli che, come il sottoscritto, vedono in quegli anni gli albori del movimento stesso in Italia e non possono che rimpiangere lo spontaneismo, l’entusiasmo, la genuinità e l’incoscienza di un qualcosa di straordinario che si stava compiendo e che ora, a distanza di quarant’anni, è stato indubbiamente stravolto.
E’ per l’appunto a cavallo di quegli anni di forte sconvolgimento sociale ed ideologico che nella Rampa 18 dello stadio Meazza di Milano si vede per la prima volta lo striscione della Fossa, gente giovane (l’ età media andava dai 15 ai 18 anni) che si va ad affiancare all’unico club presente che è quello dei Fedelissimi.
Il nome al gruppo viene dato riferendosi ad un vecchio campo del Milan così soprannominato ed inoltre perché la disposizione dl gruppo, proprio sopra la porta d’ingresso dei ‘popolari’ dava l’impressione a chi vi entrava di essere arrivato per l’appunto in una fossa di leoni. Il primo striscione viene fatto in casa, interamente cucito a mano per un prezzo all’epoca stellare: 5.000 lire (vedi immagine sopra)! Passando attraverso gli anni il libro accompagna il lettore nella trasformazione da gruppo un po’ naif a vero proprio gruppo Ultrà.

E qui ha inizio la seconda parte: “Lo spontaneismo diventa coscienza”.
Questo periodo racchiude un lasso di tempo che è praticamente la metà del primo, ossia dalla stagione 1976/1977 alla stagione 1979/1980.
In questi anni arriva lo scudetto della stella, il gruppo si consolida a livello nazionale e gli incontri/scontri con le altre tifoserie aumentano.
1980, per i più giovani, è lo spartiacque del grande Milan che fu e dei terribili anni che arrivavano per tutti i cuori rossoneri e che fino al 1986 non avrebbero visto le sorti del Diavolo (in campo) tornare al blasone che storia imporrebbe.

La terza parte del libro “La seconda generazione Ultrà”, corrisponde proprio a questo periodo.
Per ironia del destino infatti, quelli che avrebbero dovuto prendere in mano il testimone dai pionieri della Fossa, si trovano a doverlo fare in anni molto avari di soddisfazioni e al contrario prodighi di smacchi sul campo e nei tribunali.
E’ il periodo dei Mundialiti (quei tornei terribili organizzati per esigenze televisive dal futuro presidente rossonero) in cui la rivalità con i tifosi interisti dentro ma soprattutto fuori dallo stadio raggiunse i suoi livelli massimi, è il periodo delle retrocessioni a tavolino per lo scandalo scommesse e di quelle sul campo, è il periodo di dirigenze dissennate.
Questo non impedisce alla Fossa di procedere per la sua strada, il livello degli scontri è altissimo, troppe volte a mio giudizio, negli articoli di giornale appaiono notizie di accoltellamenti.
Per contraltare, ed è questo l’incredibile del mondo Ultrà, ci sono momenti come quello riportato nella foto sopra e si arriva al 1986 e alla “allegra” gestione Farina che porta il Milan alle soglie del fallimento che sarà scongiurato con il passaggio di proprietà al petroliere Armani e poi al all’attuale patron on. pres. cav. Berrusconi.

La quarta parte è titolata “La moda Ultrà”, a vent’anni dalla fondazione trapela già un ben poco malcelato disappunto per l’arrivo in curva di moltissimi ragazzi che si autodefiniscono Ultrà per il semplice fatto di indossare una sciarpa al collo della propria squadra, perdendo così di vista i valori che hanno fatto sì che quei ragazzi andassero nel settore sentendosi tutt’uno con gli altri, un altro punto di svolta è quello di un presidente che arriverà dopo anni a ridare alla squadra rossonera un timoniere forte, motivato e danaroso.
In questo scenario il gruppo che sostiene la Fossa in quegli anni scoppia di salute: numeroso e molto attivo.
Arrivano soddisfazioni e trofei per la società che portano nuove presenze allo stadio sull’onda dell’entusiasmo, bellissimo nella stagione 1987/1988 un adesivo celebrativo del tricolore conquistato che raffigura insieme i due gruppi storici Fossa e Brigate.
Logicamente oltre alle vittorie il nuovo presidente porta una nuova mentalità manageriale che ben poco apprezzamento trova in curva, tipo la proposta anti-tifosi per eccellenza, quella di non vendere più biglietti ai tifosi avversari per lasciarli solo a quelli di casa che i tifosi animati da vero spirito Ultrà, quindi nemici ma rispettosi della passione delle altre tifoserie, bocceranno immediatamente.
Arriveranno due coppe dei Campioni con le trasferte per l’ Europa e le due magiche notti di Barcellona e Vienna, ma arriverà altresì lo scudetto della biglia di Alemao e la notte di Marsiglia, un ciclo sembrerebbe finito…

L’ultima parte di questo percorso della memoria della Fossa si intitola “Verso (e oltre) il trentennale”.
Il primo racconto di questo periodo è un Genoa – Milan del 1991/1992 con relativi scontri, teniamolo a mente, la storia purtroppo ci costringerà a tornare da queste parti.
Gli anni passano, gli Ultrà in curva Sud conoscono l’agro sapore della repressione e nuove interessanti forme di comunicazione come le videocassette “Noi della Sud” con video realizzati dalla e sulla Fossa.
Altre trasferte per l’Europa, finali andate male e finali da non dimenticare come quella del 18/05/1994 ad Atene battendo 4-0 il Barcellona fino ad arrivare al 26/10/1995 dove, in occasione di una sconfitta contro l’Inter in Coppa Italia a causa dell’ennesimo schieramento del “Milan2” i tifosi contestano tirando oggetti in campo, e mister simpatia Capello si scaglierà contro gli Ultrà accusandoli di boicottaggio politico nei confronti del presidentissimo. Il cuore Ultrà saprà respingere al mittente le infamanti accuse, ma l’ombra della proprietà ed i suoi yes-man prezzolati inizieranno a pesare.
E arriviamo alla tragica data del 29/01/1995 con Genoa- Milan e l’assassinio di Spagna a causa di un cane sciolto a cui seguirà un’incontro a Genova fra tutte le tifoserie Ultras d’Italia (eccezion fatta per le due sponde Torinesi ed i milanisti stessi) che non porterà purtroppo a nessun risultato di rilievo contro certe degenerazioni.
Gli anni passano e la Fossa dà prova di grande autorevolezza e indipendenza anche durante le contestazioni, quando non esita ad attaccare una dirigenza che tanto bene ha fatto alla bacheca dei trofei rossoneri ma che quando è ora non gliele si manda a dire.
Nel 1997 ci sarà l’addio di Baresi, una bandiera per la Sud e, se nel 1998 si festeggerà il trentennale della Fossa, un anno dopo saranno 100 le candeline per il club.
Arrivano le prime leggi anti-Ultrà e più volte (specialmente nella stagione 1997/98) il settore verrà lasciato vuoto con striscioni eloquenti tipo “Società, allenatore, giocatori colpevoli del nostro declino, siete indegni dei nostri colori” o quello riportato nell’immagine sopra.
Il libro si chiude con la stagione 2000/2001, con le belle coreografie contro Barcellona e Inter e raccontando la rinnovata amicizia ventennale con gli Ultrà Bresciani.
A chiudere il libro stesso una galleria di immagini sul materiale della Fossa e su tutto ciò che girava intorno all’organizzazione, al finanziamento e alla vita stessa del gruppo e racconti di personaggi più o meno illustri di comprovata fede rossonera.

POSTFAZIONE

Mercoledì 16/11/2005 sul sito dell’a.c. Milan appare questo laconico articolo: non sarà la fine del mondo sicuramente, però di un bel pezzo di storia del mondo Ultrà si.

Il Milan perde un "pezzo" storico del suo tifo organizzato. Dopo trentasette anni, infatti, si scioglie la "Fossa dei Leoni", uno dei gruppi ultrà più noti e longevi del panorama calcistico italiano. Alla base della decisione, presa martedì sera, alcuni pesanti dissidi venuti prepotentemente alla luce dopo l'ultima sfida con la Juventus, a cui avrebbero fatto seguito episodi mal digeriti dai "capi" del gruppo.
Nata nel 1968, la "Fossa dei Leoni" ha accompagnato tanta parte di storia del Milan. Ora cessa di esistere. La "guerra" ultrà con i "Viking" bianconeri, covata da anni ed esplosa negli ultimi tempi in seguito al big-match di San Siro dello scorso 29 ottobre, ha spinto lo storico gruppo rossonero allo scioglimento. "Quella partita ha creato dei problemi e delle situazioni che nel mondo ‘nostro’, quello degli ultras, non si devono verificare. Ma non è solo questo - ha confermato a "Datasport" Giancarlo Capelli, leader di un altro gruppo storico del tifo milanista, le "Brigate rossonere" - A spingere verso questa decisione è stato tutto un susseguirsi di situazioni che si sono venute a verificare in senso negativo. Dispiace perché si parla di un gruppo come la Fossa dei Leoni che cessa di esistere dopo 37 anni". E sul futuro della curva Sud ha rassicurato: "La curva va avanti lo stesso, ci sono altri gruppi, la Curva Sud è aperta a tutti. Noi come Brigate e altri gruppi della Sud ci saremo sempre, anzi saremo più uniti di prima. Capisco il rammarico di chi ha subito questa situazione. A botta calda tutti ci rimarranno male, molti ancora non lo sanno. Sono molto triste e amareggiato”.
Intanto, la Fossa dei Leoni ha diffuso un comunicato ufficiale sul proprio sito internet: "Non abbiamo voluto scrivere un comunicato in merito alla vicenda di milan juve perché in queste occasioni non siamo soliti rispondere con questi mezzi, ed anche questa volta non faremo alcuna comunicazione sui fatti, ci limitiamo solo a dire che un'esposizione di parte e di comodo può arrivare a far presupporre anche la più ignobile delle infamie, pur di accreditarsi una posizione di vantaggio, ma un'accusa ha bisogno di riscontri oggettivi e pertinenti, non può essere ambigua od evasiva perché altrimenti è delazione - si legge nella nota - Questa storia ha posto in evidenza punti di vista ormai inconciliabili all'interno della nostra curva e dopo avere discusso e riscontrato divergenze incolmabili ed insanabili, siamo giunti all'amara ma orgogliosa decisione di scioglierci e chiudere così la meravigliosa avventura della Fossa dei Leoni. Non è nostra intenzione utilizzare questo comunicato per difenderci dalle accuse mosseci, perché siamo certi che chi ha avuto l'onore di conoscere o di scontrarsi con la Fossa dei Leoni non può' nemmeno immaginare che qualcuno possa essersi reso responsabile di ciò che ci viene addebitato. Per 37 anni tutti i ragazzi che hanno fatto parte della Fossa dei Leoni hanno condiviso con essa i valori e lo spirito dei fondatori, li hanno portati avanti con passione, con dedizione ed una convinzione ineguagliabile, per tutte le generazione succedutesi e mantenendo tra esse un filo conduttore senza interruzioni di sorta. Queste sono state le nostre fortune, le nostre forze e le nostre conquiste e tutti noi anche oggi, in un giorno che mai avremmo immaginato, dobbiamo essere felici, orgogliosi e fieri d' avervi fatto parte, perché oggi finisce la storia della Fossa dei Leoni ma rimangono vivi e saldi dentro ciascuno di noi quei valori e quello spirito che sempre ci hanno contraddistinto".



Luther Blisset 2007

11 commenti:

Anonimo ha detto...

bravissimo! hihihihiii

Anonimo ha detto...

Barone merdaccia ! Figure come lui sono la tragedia delle curve ! Vergogna !

Anonimo ha detto...

Minkia, ma allora li leggi veramente ?!? Fossa vive tuttora, basta andare in sud e percepire l'aria che tira un po ovunque ma in particolar modo sul lato destro, dove era posizionato lo striscione. Moltissimi ragazzi palesano ancora il mitico leone su cappellini, felpe e sciarpe infischiandosene di chiunque e di tutte le infamate circolate negli ultimi anni.
ONORE ALLA FOSSA ! FOSSA VIVE !

Anonimo ha detto...

Sa', oggi il Pierin e' particolarmente buono e vi da' una chicca direttamente dalla Sud di Milano:
In occasione della partita con l'Empoli i GU hanno esposto uno striscione in ricordo della storia della Fdl con scritto '1968/2005 onore alla fossa' e con tempistiche ben precise per tre volte sia nel primo che nel secondo tempo e' rieccheggiato lo storico inno:

LEONI ARMATI STIAM MARCIANDO
SIAMO LA FOSSA DEI LEON...
OI LEON LEON LEOONNN...
LEON LEOONNNN...
SIAM LA FOSSA DEI LEON !
SANGUE VIOLENZA LA FOSSA DEI LEON!
(con il ritmo che tutti noi conosciamo di 'Siamo i cinghiali del casale e cantiam solo per te...', il brancaleon)
L'effetto e' stato da brividi in quanto la maggior parte della curva non lo sapeva ed erano oltre 2 anni che non veniva cantato a San Siro; dopo un primo momento di smarrimento e sorpresa, tutto il settore prima occupato dallo storico gruppo si e' trovato in piedi a seguire commosso il coro dei GU.


Pierin

Anonimo ha detto...

Ciao Cinghiale

non so se lo sapevi ma la Fossa del Milan aveva anche devoluto una somma pro alluvionati, in occasione dell'alluvione del 94, al comune di Alessandria

Anonimo ha detto...

ONORE ALLA FOSSA, ONORE AGLI ULTRAS UNIONE (VENEZIA-MESTRE), ONORE ALLE BRIGATE GIALLO-BLU(MODENA)...ESEMPIO DI MENTALITA' E DI TIFO.

Cinghiale Casale ha detto...

Rispondo al penultimo post.
Certo che lo sapevo, proprio leggendo il libro vedrai copia del bonifico fatto dalla Fossa per la tragedia di Alessandria.
Anche se non facilissimo da reperire invito chiunque a procurarselo, è storia, non esagero.

Anonimo ha detto...

Hanno inoltre devoluto tutto quello che gli era rimasto in cassa dopo lo scioglimento a un comune di una zona degradata nella cintura nord di Milano...i soldi sono stati investiti per un parco giochi per i bambini

Anonimo ha detto...

Hye my frend...do you wanna try the chelsea smile ? no problem, you have only to answer me...I can help you...

cass

pierono prati ha detto...

Quando si sciolse un colpo al cuore.
La fossa è stata sempre il custode vero del "Vecchio Cuore Rossonero"
Il barone, sandokan, marietto tieri, il pezzoli ...e gli altri pezzenti (coadiuvati dallo 'ndrangheta rapocciolo dei viking )... possono solo fare il male del Vecchio Cuore Rossonero ( e lo si vede, lo si è visto con Palo Maldini).
Loro interessano gli affari ed il malaffare altroche la maglia.

Un saluto al mago delle coreografie, al Vecchio Leone Pedro, comparso un paio di mesi fa.
Grazie di tutto e sempre Fossa. Grazie davvero!

Un Vecchio Cuore Rossonero

Anonimo ha detto...

Quando si sciolse un colpo al cuore.
La fossa è stata sempre il custode vero del "Vecchio Cuore Rossonero"
Il barone, sandokan, marietto tieri, il pezzoli ...e gli altri pezzenti (coadiuvati dallo 'ndrangheta rapocciolo dei viking )... possono solo fare il male del Vecchio Cuore Rossonero ( e lo si vede, lo si è visto con Palo Maldini).
Loro interessano gli affari ed il malaffare altroche la maglia.

Un saluto al mago delle coreografie, al Vecchio Leone Pedro, comparso un paio di mesi fa.
Grazie di tutto e sempre Fossa. Grazie davvero!

Un Vecchio Cuore Rossonero
Pierino Prati