mercoledì 24 ottobre 2007

Società - Sante il bandito

In avvicinamento alla difficile tappa di campionato di Novi Ligure di domenica prossima, ho deciso di parlare di un personaggio che proprio lì ha avuto i suoi natali.
Scorrendo le personalità più o meno illustri che Novi può annoverare avrei potuto parlare dell’arbitro internazionale Farina, oppure dell’ attore teatrale Claudio Bisio, o ancora di Mario Ferretti, giornalista sportivo e non solo molto competente.
Ma più di tutti i nomi sopraccitati, c’è un personaggio da leggenda nato nel 1899 in quel di Novi che mi ha sempre incuriosito e affascinato: Sante Pollastri (o Pollastro?).
Che per conoscere la sua biografia si debba per l’appunto attingere più alla leggenda che alla storia lo si può dedurre già dal cognome ma, con l’aiuto di Wikipedia dalla quale ho cercato di attingere il più possibile e del buon vecchio Luther Blisset, vediamo di ricostruire la leggenda di Sante.

Riporto testuale:

“Sante Pollastri (Novi Ligure 14 agosto 189930 aprile 1978) è stato un bandito anarchico italiano . È nota la sua amicizia con il ciclista Girardengo e la sua compagnia d'azione con l'anarchico Novatore. La storia di questi "strani legami" ha ispiratol'autore Luigi Grechi per la composizione della canzone Il bandito e il campione
Questa è la definizione che si potrebbe dare di Sante, ma vediamo di ricostruire la sua vita.
Sante Pollastri (o Pollastro, come veniva chiamato nei rapporti giudiziari e come egli stesso si firmava) nasce in Novi nel 1899 dal fu Vincenzo e sin da ragazzino si distingue per la sua abilità nella mira da fermo e in bici, la fame, l’estrazione povera e il carattere anarcoide fanno si che crescendo egli diventi un acerrimo nemico dei
Carabinieri.
Le ipotesi sono diverse, una riporta l'uccisione di un
parente da parte loro - un cognato che con lui stava fuggendo dopo aver svaligiato un appartamento - o quella di un fratello prelevato per presentarsi alla chiamata alle armi sebbene gravemente ammalato, e poi morto in caserma.
Un'altra ipotesi (secondo le fonti da me ritrovate ed il gran bel libro sotto segnalato da Luther) riguarda la sorella di Sante, Carmelina, che sarebbe stata violentata da un milite dell'arma; Pollastri, diciannovenne, avrebbe ucciso il carabiniere e si sarebbe dato alla macchia.
Logicamente queste ipotesi non sono supportate da documentazione alcuna, e sono probabilmente (almeno in parte) frutto delle leggende nate intorno al bandito in epoca successiva.
Secondo Wikipedia le origini della sua anarchia derivano da sue reazioni nei confronti di provocazioni di squadracce dell’ epoca alle quali il Sante mai abbassò la testa, la teoria che invece più mi convince è quella di Luigi Balocchi, secondo il quale la formazione avuta dall’ Umeto (n.d.r l’ometto) suo maestro di vita, il quale alla domanda di Sante: “Cos’è la libertà?”, gli risponde :”Libertà l'è 'na parola granda”.
Sante si presenta completamente nudo in pieno inverno davanti alla caserma di Reggio nell’ Emilia per la chiamata alle armi della 1° Guerra Mondiale, lui non vuol fare la fine di tutti i poveri e contadini che finiscono per diventare “carne da cannone” decisa da chi ai propri figli le guerre non le fa di certo fare, cosicché alla fine del conflitto lui non risulta renitente ma da lì la sua vita nel banditismo prende definitivamente il sopravvento.
Non è Robin Hood, ma quello che ruba ai ricchi lo rivende a prezzi ridicoli ai poveri.
Famoso anche all'estero, era pressoché sconosciuto in ambito nazionale (la
censura fascista limitava fortemente la cronaca nera), salvo nel Nord Italia dove le sue gesta avevano grande risalto.
La sua figura divenne protagonista di racconti in cui la figura del bandito veniva mitizzata e ingigantita: uno dei racconti più noti riguarda un
maresciallo dei carabinieri che impazzì per la paura di fronte a Pollastri. Pollastri incarnava la figura del ribelle all'autorità, in un periodo in cui si stava concretizzando la svolta autoritarista del passaggio dalla democrazia al regime: in questo senso, Pollastri divenne una figura eroica per il mondo anarchico e per tutti gli uomini liberi.
Sante Pollastri si guadagnò l'appellativo di Nemico pubblico numero uno. La sua fama crebbe, supportata non solo dalle rapine e dai furti messi a segno (tra cui quello alla prestigiosa gioielleria Rubel a Parigi) ma anche dalla personalità del bandito che era si raccontava persino compisse atti di generosità a vantaggio dai più poveri e degli anarchici latitanti.
Pollastri venne arrestato a Parigi nel nel 1927, ad opera dagli uomini del commissario Guillame (personaggio a cui Simenon
si ispirò per il suo Maigret). Pare che Pollastri fosse stato tradito da una confidenza di un informatore della polizia.



Tra i nomi degli autori della "soffiata", fu ipotizzato anche quello di Girardengo. I due concittadini - che si conoscevano di vista per via della comune frequentazione con Biagio Cavanna il massaggiatore - si incontrarono durante una sei giorni nella capitale francese. In seguito, questo incontro fu oggetto di una testimonianza di Girardengo al processo a carico di Pollastri.
All'interrogatorio dopo la cattura il magistrato chiese a Pollastri se avesse idee anarchiche. Egli rispose: "Ho le mie idee". Anche questo contribuì alla sua fama di anarchico. Intervistato in seguito da Ferdinando Castelli che stava scrivendo il libro "I cavalieri del nulla", dichiarò di aver compreso di essere stato anarchico solo dopo aver saputo da Renzo Novatore ( suo compagno nella banda) cosa significasse anarchia, e questo smonta in sé le prime ricostruzioni che fa la stessa Wikipedia.
Condannato all'ergastolo, fu inviato a scontare la pena sull' isola di Santo Stefano.

Fu graziato nel '59 da Giovanni Gronchi allora presidente e passò gli ultimi 19 anni della sua vita a Novi praticando l'attività di commerciante ambulante.


Un gran bel libro uscito di recente dal titolo veramente azzeccato è “Il Diavolo Custode” di Luigi Balocchi edito da Meridiano Zero per 14,00 euro, dove il ritmo e l’uso nelle giuste dosi del dialetto raccontano la vita del Pollastri indicandolo come “Dotato di grande pedalata e al tempo stesso di grande mira con la pistola, scelse il secondo dei suoi talenti diventando una di quelle figure di bandito un po' gentiluomo, un po' romantico, un po' leggendario per le sue fughe dai carabinieri in bicicletta sulle strade di quel pezzo di Piemonte che è quasi Liguria ed è anche un po' già Lombardia tra Tortona e la riviera”.
Il libro del Balocchi ricostruisce un pezzo d'Italia che la storia ufficiale ha ridotto a nulla stipandolo tra quella che tutti chiamano Belle époque e l'inizio della Grande guerra ma che Belle époque nel basso Piemonte non era per niente soprattutto in quelle terre grame e lì la storia di Sante è emblematica tra la miseria da fame e il desiderio di libertà che riecheggiava nei fogli degli anarchici della non lontana Magra.
Infine riporto la sopraccitata canzone scritta da Luigi Grechi e magistralmente interpretata da Francesco De Gregori più di una decina d’anni fa che nuovo lustro diede alla figura del Pollastri ma che, ai biografi più pignoli, non può che far storcere il naso: la differenza d’ età fra Girardengo e Sante fa sì che difficilmente i due abbiano potuto essere compagni di pedalate e la passione per il ciclismo che a Parigi avrebbe incastrato il bandito anarchico non è probabilmente la causa della sua cattura.
Ma la licenza poetica del Grechi ci racconta per l’appunto “una storia d’altri tempi” e come tale vogliamo crederci…..


Il bandito e il campione


Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta
un'unica passione per la bicicletta
un incrocio di destini in una strana storia
di cui nei giorni nostri si è persa la memoria
una storia d'altri tempi, di prima del motore
quando si correva per rabbia o per amore
ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce
e chi sarà il campione già si capisce
Vai Girardengo, vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone
Vai Girardengo, non si vede più Sante
è dietro a quella curva, è sempre più distante.
E dietro alla curva del tempo che vola
c'è Sante in bicicletta e in mano ha una pistola
se di notte è inseguito spara e centra ogni fanale
Sante il bandito ha una mira eccezionale
e lo sanno le banche e lo sa la questura
Sante il bandito mette proprio paura
e non servono le taglie e non basta il coraggio
Sante il bandito ha troppo vantaggio.
Fu antica miseria o un torto subito
a fare del ragazzo un feroce bandito
ma al proprio destino nessuno gli sfugge
cercavi giustizia ma trovasti la Legge.

Ma un bravo poliziotto che sa fare il mio mestiere
sa che ogni uomo ha un vizio che lo farà cadere
e ti fece cadere la tua grande passione
di aspettare l'arrivo dell'amico campione
quel traguardo volante ti vide in manette
brillavano al sole come due biciclette
Sante Pollastri il tuo Giro è finito
e già si racconta che qualcuno ha tradito.
Vai Girardengo, vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone
Vai Girardengo, non si vede più Sante
è sempre più lontano, è sempre più distante
sempre più lontano, sempre più distante…
Vai Girardengo, non si vede più Sante
Sempre più lontano, sempre più distante...


7 commenti:

Anonimo ha detto...

che figata!

Cinghiale Casale ha detto...

Grazie

il ricciolo ha detto...

come sempre arrivi in ritardo...
avevo già segnalato il libro "Il diavolo custode" sul mio blog su consiglio di mio fratello...

Cinghiale Casale ha detto...

La differenza da te è che prima di recensirlo io l'ho già letto...
AH AH AH
Stavolta ti ho battuto Ricciolo!

Anonimo ha detto...

non e' vero !!!!TU HAI COPIATO RICCIOLO ! COPIONE !!! SEI TUUUUUUUU! SEI STATO TUUUUUU!!!!!

ps complimenti, da brividi !

Anonimo ha detto...

Complimenti cinghiale, insuperabile ! Come il tonno all'olio di oliva...

Anonimo ha detto...

Splendido racconto e bellissimo l'aneddoto della canzone (pensavo fosse stata scritta oltreche' interpretata da De Gregori). Bravo cinghiale culturale !